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Vado in controtendenza. Sono a favore dell’acquisto degli F35!

Creato il 11 maggio 2012 da Iljester

Vado in controtendenza. Sono a favore dell’acquisto degli F35!

In questi mesi insiste una polemica sotterranea che rischia di bloccare il rinnovo del nostro sistema di difesa. Parlo di un investimento fatto dall’Italia o che dovrebbe essere fatto dall’Italia in ragione dell’acquisto dei modernissimi cacciabombardieri F35, aerei da combattimento di ultima generazione.

Non voglio addentrarmi più di tanto nell’affare in sé, che dovrebbe costare parecchi miliardi di euro e che già a leggere le cifre stimate, verrebbe voglia di incazzarsi, perché l’istinto ci dice: ma che cazzo? Cioè… con la crisi che c’è, lo Stato italiano spende soldi per comprare aerei militari? Ma dove siamo? In Burundi?

In effetti, questo è stato il mio primo istinto, quando ho appreso la notizia. Ma se ci si sofferma un pochetto a ragionarci su, emergono valide ragioni per questo investimento. E quasi tutte sono di ordine pratico, là dove invece chi tifa per un taglio alle spese militari spesso si prodiga in ragionamenti di tipo ideologico. Non a caso, il taglio alle spese militari dirette è sempre stato un cavallo di battaglia di pacifinti e comunisti, salvo poi essere un capitolo di spesa importante proprio nei regimi che si ispirano al marxismo-leninismo, e nei regimi che i suddetti difendono a spada tratta (i paesi arabi).

Prima di tutto dobbiamo tener presente che non esiste una nazione realmente sovrana (e l’Italia già lo è così così) senza un efficiente sistema di difesa interno ed esterno. Una nazione che taglia in modo sconsiderato le proprie spese militari e non si adegua alle tecnologie dei tempi, in un contesto internazionale comunque non proprio pacifico (e certamente in una zona — come il Mediterraneo — soggetta a varie tensioni), credo sia come un uomo che si taglia i coglioni per aumentare la propria virilità. Non esiste. La difesa è un elemento importante in una nazione, e benché nessuno auspichi le guerre (e men che meno il sottoscritto), bisogna sempre essere preparati all’eventualità di essere chiamati a difendere la propria nazione.

Ma ammesso e non concesso che anche questo non sia in verità un valido ragionamento, e ritenendo che si possa rinunciare a rinnovare il nostro sistema di difesa, oggi piuttosto obsoleto, la conseguenza ulteriore di tale rinuncia sarebbe ancor più pericolosa, perché aumenterebbe per l’Italia il rischio di dipendenza militare dall’esterno, e precisamente dalla Nato e in particolare dagli Stati Uniti. Perché è ovvio che se il nostro paese non possiede un adeguato sistema difensivo, nella eventualità di una crisi internazionale, dipenderemmo eccessivamente dal sistema di difesa di una nazione straniera, benché alleata. E va da sé che in questi casi l’incertezza regnerebbe sovrana, perché una nazione straniera è pur sempre una nazione straniera, e non fa mai niente per niente.

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Infine, vi è anche un aspetto economico più immediato che ben pochi prendono in considerazione quando blaterano di riduzione delle spese militari. Se è vero che per l’acquisto di un paio di cacciatorpedinieri o per l’acquisto dei modernissimi F35, l’Italia dovrebbe spendere parecchi miliardi che potrebbero essere dirottati nella costruzione di scuole e ospedali, è anche vero che in realtà la spesa non è una spesa a fondo perduto, perché per la costruzione di navi militari verrebbero coinvolte decine di imprese che a loro volta darebbero lavoro a centinaia di famiglie. Idem per quanto riguarda l’acquisto degli F35, che coinvolgerebbe molte nostre aziende che operano nel settore dello sviluppo tecnologico dell’industria militare e civile. E questo è un aspetto che non possiamo assolutamente sottovalutare.

Insomma, se è realistico affermare che le spese militari spesso si traducono nella creazione di un apparato invasivo, pericoloso e “bruciarisorse”, è altrettanto realistico asserire che con i dovuti accorgimenti, un po’ di assennatezza e la dovuta moderazione, queste costituiscono un investimento utile e necessario in un settore strategico al quale una nazione indipendente e sovrana purtroppo non può rinunciare con facilità e con leggerezza. Il resto è solo becero argomento ideologico buono per i centri sociali.

Fonte: Il Sole 24ore, Qelsi

di Martino © 2012 Il Jester 


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