Val D’Agri,il Texas italiano

Creato il 16 gennaio 2014 da Makinsud

E’ di ieri la notizia uscita sul Wall Street Journal, e ripresa dai maggiori organi di stampa a diffusione sia locale che nazionale, all’interno della quale i giornalisti d’oltreoceano prescrivono all’Italia la ricetta per uscire fuori dalla crisi indicando come la soluzione di ogni nostro male le trivellazioni petrolifere in Basilicata, precisamente in Val D’Agri, definendola  “il Texas italiano per i suoi giacimenti.

In Basilicata la Val d’Agri si trova dove attualmente sono situati i maggiori giacimenti di idrocarburi di tutto il Paese. I primi studi cominciarono intorno agli anni ’30 a Tramutola dove il petrolio affiorava in modo naturale.

Intorno alla fine degli anni ’40, si iniziò una nuova campagna di ricerca con scarsi risultati, nonostante la grande profondità raggiunta, circa 2.000 metri sottosuolo. I primi risultati positivi si ottennero quando si resero disponibili le moderne tecniche di trivellazione messe a punto negli anni ’70.

Da quel momento l’attività esplorativa è ripresa senza sosta e ha portato alla scoperta del pozzo di Costa Molina 1, di Caldarosa e di Tempa Rossa.

La Basilicata è una delle regioni più povere d’Italia: ”è la regione che ha una percentuale di morti per tumore più alta della media nazionale” dati dell’Associazione Italiana Registro Tumori.

In Basilicata le aziende agricole si sono dimezzate nell’arco di 10 anni. Giovanna Perruolo della Confederazione italiana agricoltori ha dichiarato che “Qui nessuno dice che c’è inquinamento. Se vai alla Regione ti dicono che è tutto a posto.”   Il  fatto rimane che sui mercati agricoli nazionali i prodotti che vengono da questa parte della Basilicata non li vuole nessuno.

La Basilicata ha un tasso di disoccupazione costantemente in crescita, solo in Val d’Agri ci sono otto mila persone tra disoccupati e inoccupati. La Basilicata ha oltre 400 siti contaminati da attività estrattive ha comunicato la  Commissione Bicamerale sul Ciclo dei rifiuti ma l’ENI continua a propagandare che la Basilicata è piena di petrolio.

Ora la lezioncina dagli USA ci mancava ed è arrivata:  “Il governo italiano, affamato di entrate, a caccia disperata di nuovi posti di lavoro e di politiche che sconfiggano la recessione – scrive il Wall Street – sta cercando di sgombrare la strada perché l’Eni e le altre grandi compagnie petrolifere possano accelerare le trivellazioni“. Questo dopo che “per anni i governi locali hanno ostacolato la produzione tra le proteste e le preoccupazioni sui possibili danni all’industria del turismo e all’ambiente“.

Siamo sicuri che sia questa la strada giusta da perseguire per uscire fuori dal tunnel crisi  e che il petrolio sia la chiave giusta per aprire tutte le porte?

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