Foto da Meine Wanderungen
Oggi mi andava di scavare un po' nei miei ricordi per tornare in uno di quei luoghi che mi hanno sempre regalato delle gran belle sensazioni. Sto parlando della Val d'Ultimo, in Alto Adige, dove io e mio fratello eravamo soliti passare un po' di giorni tra montagne e persone che continuavano a scambiarmi per una tedesca.Io adoro la Val d'Ultimo per il suo essere tranquilla e defilata.
E' facilemente raggiungibile da Lana e da Merano ma non è una di quelle valli piene d'alberghi e tanta gente.
Che sia estate o inverno, la Val d'Ultimo si riempie il giusto e resta sorridente, proprio come i volti dei suoi abitanti.
I paesi della valle sono pochi: San Pancrazio e Santa Valburga aprono la valle, poi ci sono Sankt Nikolaus e Santa Gertrude per chiudere il tutto. Alla fine della strada, proprio dove non si può più proseguire se non a piedi, c'è Fontanafredda. Da lì partono un sacco di sentieri.
Io e mio fratello ne abbiamo fatti di giri da quelle parti: a partire da quelli semplici e corti, per passare a poi a giornate intere dispersi tra larici e luoghi in cui le montagne sembravano la luna.
Una delle destinazioni che non poteva mai mancare nelle nostre scorribande di trekking montano era un giro al Lago Pesce o dei Pescatori. Per gli amici teutonici è il Fischersee.
Il lago si trova appena sopra i 2000 metri e il dislivello da Fontanafredda a qui non è di certo troppo. Il sentiero, in ogni caso, va affrontato con i giusti scarponi e con l'attenzione che mai si deve dimenticare in montagna.
Il sentiero per il Fischersee
Questo lago dà il suo meglio con la stagione estiva quando una cascata poco distante lo alimenta, dando vita ad una serie davvero fitta di ruscelli che ornano il piccolo altipiano sul quale si trova il lago.Io amavo arrivare qui, sedermi su uno dei ponticelli costruiti per attraversare i ruscelli, togliermi gli scarponi e stare a piedi nudi tra acqua, e prato.
Mi ricordo di questo luogo nei giorni assoluti di luglio, giorni pieni di farfalle arancio e di panini con lo speck che ancora ricordo.
Giorni in cui era ancora viva la mia borraccia, compagna di tante camminate con gli scout.
Giorni in cui se andavi in giro con la camicia di flanella sopra la T-shirt nessuno ti diceva nulla.
L'acqua del lago e quella dei ruscelli era gelata e non c'era da stupirsi visto che arrivava da un bacino ghiacchiato poco più in alto. Io adoravo quella sensazione di vita assoluta che provavo nell'immergere i piedi in acqua per ritirarli subito dopo, quando erano già diventati di colore viola.
Pensare al Fischersee riporta alla mia mente il profumo delle estati altoatesine, riporta ai miei occhi una bellezza che, per fortuna, si può ancora cogliere.
Basta partire, mettere gli scarponi e lanciarsi a camminare sul quel sentiero che sarà rimasto lo stesso di quei giorni.
Il bello di viaggiare per il mondo è che tu ti sposti, cresci, invecchi, cambi, migliori, peggiori, fai tante cose.
Lui resta lì, le montagne restano lì. Per loro il tempo è dilatato, lento, quasi immobile.
Tornerei al Fischersee, ora, subito.