A fornire una delle ipotesi più plausibili sull'anomalo fenomeno sono stati gli scienziati della della Washington University di Saint Louis. Coordinati da Kelsi Singer, sulla base delle osservazioni effettuate dalla sonda Cassini della Nasa gli esperti hanno pensato che a muovere le valanghe di Giapeto è un sorta di meccanismo che le auto-alimenta. La maggior parte delle frane infatti copre una distanza orizzontale inferiore al doppio della distanza dal luogo in cui le rocce sono cadute. In rare occasioni, tuttavia, una frana si trova 20-30 volte più lontana rispetto al luogo d'origine, viaggiando anche in salita. Le misurazioni accurate delle alture da cui il ghiaccio era caduto e l'eccentricità delle valanghe non erano in linea con le teorie più popolari sul fenomeno. “Vediamo frane ovunque nel sistema solare, ma la luna ghiacciata di Saturno Giapeto ha le frane più grandi rispetto a qualsiasi altro corpo celeste, compreso Marte",spiega Kelsi. “La ragione è legata alla sua spettacolare topografia. I bacini da impatto giganti sono molto profondi, e c'è questa grande catena montuosa che è 20 chilometri (12 miglia) di altezza, molto più alta del monte Everest” continua William McKinnon, professore di Scienze della Terra. Grandi montagne, grandi valanghe dunque. Ma queste ultime sono più grandi rispetto a quanto dovrebbero essere. Ciò è stato spiegato dagli esperti americani in questo modo: l'attrito scioglierebbe il ghiaccio della superficie su cui passa la frana, e ciò ne renderebbe scivoloso e lubrificato il passaggio, non solo durante le valanghe ma anche durante i terremoti. In questo modo, le rocce arriverebbero più lontano. Quasi tutto ciò che riguarda Giapeto è anomalo. Dovrebbe essere sferico, ma è più largo all'equatore rispetto ai poli, probabilmente perché quando il suo moto di rotazione era più veloce rispetto ad oggi assunse tale fisionomia. Ed le catene montuose che si trovano all'altezza del suo equatore e che ne avvolgono la maggior parte sono molto alte. A causa della sua robustezza e della cresta gigante, la luna sembra una noce di grandi dimensioni. Studiare le valanghe su Giapeto non è fine a sé stesso, ma è utile secondo gli esperti a capire come avvengono sulla Terra frane insolitamente lunghe e pericolose e per poterle affrontare tempestivamente. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Nature Geoscience. Fonte: www.greenme.it
A fornire una delle ipotesi più plausibili sull'anomalo fenomeno sono stati gli scienziati della della Washington University di Saint Louis. Coordinati da Kelsi Singer, sulla base delle osservazioni effettuate dalla sonda Cassini della Nasa gli esperti hanno pensato che a muovere le valanghe di Giapeto è un sorta di meccanismo che le auto-alimenta. La maggior parte delle frane infatti copre una distanza orizzontale inferiore al doppio della distanza dal luogo in cui le rocce sono cadute. In rare occasioni, tuttavia, una frana si trova 20-30 volte più lontana rispetto al luogo d'origine, viaggiando anche in salita. Le misurazioni accurate delle alture da cui il ghiaccio era caduto e l'eccentricità delle valanghe non erano in linea con le teorie più popolari sul fenomeno. “Vediamo frane ovunque nel sistema solare, ma la luna ghiacciata di Saturno Giapeto ha le frane più grandi rispetto a qualsiasi altro corpo celeste, compreso Marte",spiega Kelsi. “La ragione è legata alla sua spettacolare topografia. I bacini da impatto giganti sono molto profondi, e c'è questa grande catena montuosa che è 20 chilometri (12 miglia) di altezza, molto più alta del monte Everest” continua William McKinnon, professore di Scienze della Terra. Grandi montagne, grandi valanghe dunque. Ma queste ultime sono più grandi rispetto a quanto dovrebbero essere. Ciò è stato spiegato dagli esperti americani in questo modo: l'attrito scioglierebbe il ghiaccio della superficie su cui passa la frana, e ciò ne renderebbe scivoloso e lubrificato il passaggio, non solo durante le valanghe ma anche durante i terremoti. In questo modo, le rocce arriverebbero più lontano. Quasi tutto ciò che riguarda Giapeto è anomalo. Dovrebbe essere sferico, ma è più largo all'equatore rispetto ai poli, probabilmente perché quando il suo moto di rotazione era più veloce rispetto ad oggi assunse tale fisionomia. Ed le catene montuose che si trovano all'altezza del suo equatore e che ne avvolgono la maggior parte sono molto alte. A causa della sua robustezza e della cresta gigante, la luna sembra una noce di grandi dimensioni. Studiare le valanghe su Giapeto non è fine a sé stesso, ma è utile secondo gli esperti a capire come avvengono sulla Terra frane insolitamente lunghe e pericolose e per poterle affrontare tempestivamente. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Nature Geoscience. Fonte: www.greenme.it
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