Prosegue il nostro viaggio alla scoperta delle giovani calciatrici italiane. Dopo Valentina Pedretti, è il turno di Valentina Giacinti, cresciuta nelle file dell’Atalanta, esordisce in Serie A il 30 gennaio 2010 in Atalanta-Tavagnacco. Nel resto del campionato collezionerà complessivamente 10 presenze senza però realizzare nessuna rete. L’anno successivo diventa titolare e riesce a segnare 15 reti in 21 presenze, marcando anche una tripletta all’esordio in campionato. L’anno successivo segna altre 19 reti in 25 presenze, con un’altra tripletta. Il 17 luglio 2012 viene ufficializzato il suo passaggio al Napoli. Segna il suo primo gol in maglia azzurra il 2 settembre 2012, al suo esordio in Coppa Italia, mentre la prima gioia in Serie A, sempre con la maglia del Napoli, arriva il 3 novembre 2012 alla settima giornata, quando decide la partita contro il Torino.
Valentina, come è nata la passione per il calcio?
“La mia passione è nata grazie al mio papà che era un giocatore, guardandolo mi ci sono appassionata e così gli ho chiesto di iscrivermi ad una scuola calcio”.
Come valuti sin qui la tua esperienza nella Nazionale Under 19?Grazie all’ottima stagione che stai passando con il Napoli, secondo te una chiamata da Cabrini potrebbe arrivare?
“La nazionale la reputo come un premio dopo tanti sacrifici, mi fa piacere aver ricevuto la chiamata da Corradini, per quanto riguarda quella di Cabrini credo sia ancora presto, devo crescere molto e l’esperienza con Mister Marino credo che gioverà soltanto alla mia carriera”.
C’è una giocatrice o un giocatore a cui ti ispiri?
“Mi ispiro molto a Panico e Sabatino, tra i giocatori, invece, Milito, Denis e Cavani”.
Hai giocato per 7 anni nell’Atalanta in A2, dall’estate scorsa sei approdata al Napoli in serie A, che differenze hai trovato tra le due serie?
“Qui a Napoli ho trovato professionalità negli allenamenti, uno spogliatoio più unito e maggior fame di vittorie”.
Il calcio femminile in Italia è meno sviluppato di paesi come Inghilterra e Francia, secondo te come mai e cosa bisognerebbe fare per migliorarlo?
“Si è vero in Italia è molto meno sviluppato, credo sia perchè viene visto solo come uno sport maschile. Per migliorarlo bisognerebbe coinvolgere più gente alle partite e dare più spazio sui media a questo bellissimo sport”.
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OA | Michele Pompilio