Valeria Porcheddu, foto Unione Sarda
Valeria Porcheddu, 23 anni, dalla notte del 14 agosto 2012 è imprigionata in ospedale psichiatrico giudiziario. Il suo reato sarebbe stato quello di essersi allontanata dalla comunità di recupero per tossicodipendenti di Alghero in seguito alla scadenza dei termini della libertà vigilata. Scadenza superata di ben quattro mesi durante i quali nessuna comunicazione di conferma della stessa è mai arrivata.
Valeria era scomparsa il 4 agosto e riconsegnata alla madre come persona libera il 9, il 13 notte alle 3 viene prelevata dalla sua abitazione dalle forze dell’ordine. Da quel giorno la signora non avrà più notizie della figlia in quanto non in possesso di un autorizzazione del giudice di sorveglianza essendo in isolamento nell’ ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere (Mantova). La madre, Adriana Zampredri, da 21 giorni è in sciopero della fame perché rivuole indietro la figlia e sostiene di avere con se della documentazione che la scagionerebbe. Valeria, infatti, nell’ultimo periodo aveva chiesto di essere trasferita nella comunità di don Carlo Follesa a Sestu – “L’Aquilone” – dove lavorano stabilmente 13 psichiatri. «Mia figlia ha la fedina penale pulita, drogarsi non è un reato e ribadisco che non ha mai fatto male a nessuno».
«Il vero scandalo di questa vicenda – commenta Roberto Loddo,
del comitato Stop Opg – è che non si conoscono le motivazioni che hanno determinato il suo internamento. Nonostante la legge fissi tra il primo febbraio e il 31 marzo 2013 la chiusura definitiva di questi centri, dalla Sardegna continuano indisturbati gli internamenti. La Regione Sardegna e i dipartimenti di salute mentale dovrebbero attivare progetti individualizzati di cura e assistenza. Questa vicenda conferma che la legge 180 in Sardegna non è mai stata attuata realmente e la rivoluzione di pensiero dello psichiatrica Franco Basaglia non ha mai dato i suoi frutti».
A differenza di altri casi analoghi, come quello del cittadino senegalese Abdou Lahat Diop, il dipartimento di salute mentale di Oristano nega ogni genere di informazione ai rappresentanti del comitato sardo “Stop Opg” adducendo motivazioni legate a privacy e segreto professionale. Il dottor Ettore Straticò, direttore dell’ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione, ha garantito ai rappresentanti il suo impegno per il rientro di Valeria nell’isola.
«Non basta sapere che Valeria potrebbe tornare – continua Roberto Loddo – Vogliamo sapere la data certa del suo rientro e il perché di questo insensato internamento. Se davvero esistono, vogliamo sapere quali motivazioni hanno portato il tribunale di sorveglianza a decidere sulla misura di sicurezza e dichiarare Valeria socialmente pericolosa e incapace di intendere e di volere. Se mai siano state immaginate, vogliamo conoscere le alternative all’ospedale psichiatrico giudiziario che la Asl di Oristano e il dipartimento di salute mentale hanno messo in campo per assistere e prendersi cura di Valeria».
La notizia è stata reperita sul blog http://www.kissaqani.com