Tra i tanti, un commento mi ha colpito in modo particolare, arrivato su facebook…….
“Alle 13,00 del 22 febbraio 1980 tre persone si presentano a casa di Valerio: "Siamo amici di suo figlio e vorremmo parlargli", dicono alla madre, che apre. Viene subito immobilizzata, e la stessa sorte tocca al padre. Sono armati con pistole munite di silenziatore. Valerio non è ancora tornato da scuola. Alle 13,30 Valerio apre con le sue chiavi la porta di casa ed è subito assalito dai tre, con i quali ha una breve colluttazione, poi viene immobilizzato e ucciso con un colpo alla schiena. E' dubbio se fu ucciso "precipitosamente" a causa della sua resistenza, se volessero prima "fargli delle domande", come accennarono alla madre i tre assassini: queste considerazioni possono avere interesse solo in relazione con quanto vedremo circa le "ragioni" dell'uccisione di Valerio.
Per il resto... la morte di Valerio pesa come una montagna.
L'assassinio di Valerio non fu un una "semplice" conseguenza di uno scontro tra compagni e fascisti, né dell'agguato in strada, come spesso è avvenuto. Abbiamo sempre saputo, al di là delle "verità processuali", che Valerio fu ucciso per delle ragioni precise, inerenti il più ampio scontro di classe tra sinistra rivoluzionaria e classe dominante, la quale si avvalse (e si avvale) dei fascisti per le sue operazioni più sporche. Valerio conosceva cose che, venute in luce alla magistratura, produssero come primo effetto la sua morte.” La descrizione dei fatti continua sul sito di Reti Invisibili
Sono io che ringrazio Carla per il suo commento, la sua condivisione al mio percorso nella memoria diventa prezioso considerando i fatti che hanno così dolorosamente segnato la sua esistenza con l’uccisione di Valerio.
Diventa prezioso perché oltre alla continua ricerca della verità sull’uccisione del figlio, Carla, non si sottrae ad essere elemento di esempio e stimolo per i più giovani, a fianco dei lavoratori in lotta contro l'arroganza padronale. Un altro esempio a cui fare riferimento.Loris