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Valerio Scanu: parto da qui. Vabbè, ciao... non disturbarti a tornare!

Creato il 15 dicembre 2010 da Valentediffidente
Dopo il post sulla banalità degli album dei giovani dei talentsciò, riassumibili nell'equazione faccione più font glitterato/aggressivo/elegante/finto rovinato et voilà! il cd è fatto, come promesso... ecco la recensione dell'ultimo lavoro di Scanu.

Valerio Scanu: parto da qui. Vabbè, ciao... non disturbarti a tornare!

Per dipingere una parete grande ci vuole un pennello grande!

Qualche giorno fa, la mia cara amica Federica mi ha informato dell'uscita dell'ultimo album di Scanu, richiedendomi caldamente una recensione, come è stato fatto per il primo ciddì. Per la precisione devo dire che Federica, per chiedermi una cosa simile, mi odia. Gli amici continuano a dire che è per via del fatto che l'ho sedotta, ingravidata e abbandonata. Per me è solo rancorosa e vendicativa. Alla fine ho deciso di accontentare la sua richiesta, magari ci scappa un'altra notte di sesso furioso. Sabato 4 dicembre mi sono recato in un negozietto, per toccare con mano il nuovo oggetto dei desideri. Sulle prime sono rimasto un po' perplesso. La mia perplessità, poi diventata delusione, riguarda la foto della copertina. Dovete sapere che io porto gli occhiali, appena entrato nel negozio sopracitato, per il freddo le lenti si sono appannate. Intravedendo la cover del cd, ho pensato che Valerio avesse finalmente deciso di darsi ad altre attività. Leggere il titolo "Parto da qui", e vederlo nella foto con un pennello in mano mi ha fatto ben sperare. Toh! Ha deciso di smettere con lo showbiz per intraprendere la strada dell'imbianchino. Invece no. Quello che stringe in mano non è un pennello ma un microfono fescion. Considerando come galoppa la disoccupazione giovanile, possiamo ancora sperare che resti un cantante disoccupato. Passato dallo stato di perplessità a quello di sgomento e delusione, sento delle giovincelle nelle vicinanze che parlano del cd in questione. Una delle due adolescenti, stringendosi il cd al petto, esclama che quello è sicuramente l'album della maturità.  L'altra annuisce dicendo che la barba non gli sta molto bene, ma almeno gli copre i brufoli. Non ci crederete ma ho condiviso il pensiero della prima, quella che parlava di album della maturità. Altro non fosse per l'iter: album d'esordio (orribile), a seguire quello della maturità e,  con un atto magnanimo gli concediamo quello della vecchiaia. Però, poi basta. Parafrasando una celebre frase attribuita a Voltaire, direi che disapprovo quello che fai, ma a tutto c'è un limite. Incuriosito dalle riflessioni delle due ragazzuole, le ho pedinate per un po' fingendo indifferenza. Una aveva un bel culo ma ero attratto dalle loro parole. Fermatesi vicino alla corsia dei bestsellers, hanno continuato la loro discussione su cose che francamente non ho ben capito. Poi si sono salutate ricordandosi, appena tornate a casa, di cliccare su un qualche sitoweb per mandare Scanu in testa. Temo che ci estingueremo per colpa di una classifica online.
Veniamo al disco. Al primo ascolto sono rimasto stupito. E' stupefacente verificare come sia possibile pubblicare un ciddì senza uno straccio di idea o la parvenza di qualcosa di lontanamente originale. La maggior parte delle canzonisgarzoline richiamano alla testa qualcosa di già ascoltato. Se non fosse per la lobotomizzazione talentscioistica dell'italiano medio, un cantante che presentasse canzoni simili sarebbe già stato coperto di fischi, scaracchi e bicellate nelle orecchie. I più sadici gli avrebbero tirato anche i peli del naso. E' un album pensato per essere piacione e vendere, senza la benché minima attenzione alla novità o alla qualità. Per dirne una, con la mia dolce metà lo abbiamo ascoltato in macchina, facendo un gioco. Il divertimento consisteva nel cercare di azzeccare le parole del testo. Vi garantisco che è un gioco da bambini, tanta è la banalità delle parole. Provate anche voi, però vi avviso che già alla terza traccia, causa la facilità del gioco, si perde un po' di entusiasmo. Se proprio si vuole salvare qualcosa... che dire? E' un album che potrebbe avere una grande funzione sociale. Se Tremonti, invece di tagliare a cazzo sull'istruzione, mettesse una tassa sui cd che contengono rime banali (amore-cuore-dolore-colore, strani-mani-domani, ecc...), solo con l'album in questione ripianerebbe buona parte del debito pubblico. In effetti, un altro risvolto sociale c'è: con tutti gli errori grammaticali accumulati tra primo e secondo album, senza sorvolare sulla banalità dei contenuti, ci si rende conto che invece di tagliare fondi all'istruzione, ci sarebbe da aumentarli almeno del doppio. Anche se,  con i parolai che hanno scritto queste canzoni, probabilmente stiamo parlando di hopeless cases. Devo essere onesto: questo album è sicuramente meglio del precedente. Devo essere di nuovo onesto: ci voleva veramente poco, bastava registrare lo stridore di un'unghia sulla lavagna.
Non cincischiamo e passiamo all'ascolto delle undici tracce. Anzi no... per oggi basta così. Vi aspetto nei prossimi giorni... magari già domani... chissà.
Facciamo che ci salutiamo con i titoli delle tracce di questo cd di spessore. Così di spessore che io l'ho trovato utilissimo per far smettere di ballare il tavolo della sala. Finiamola qui, ecco i titoli:
1. Libero
2. L'amore cambia
3. Mio
4. Non C'è Più
5. Ci credo ancora
6. Aria colorata
7. Chances
8. Il cuore non mente mai
9. La mia coperta sul cuore
10. If i was made for you
11. Parto da qui


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COMMENTI (1)

Da lucy-scanina
Inviato il 13 gennaio a 14:18
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io sono del pensiero che siete solo invidiosi del suo successo e del pubblico che lo ama che ogni giorno cresce di più... che dire meno pregiudizi sui ragazzi dei talent perchè se solo lo stesso cd lo avesse presentato un ramazzotti, un jovanotti, un baglioni tutti lo avrebbero apprezzato solo perchè è un cantante che ha più successo di un ventenne che da soli 2 anni ha iniziato a pubblicare i suoi cd...