Certo, se penso che inizialmente il regista aveva pianificato di far terminare il film con la scomparsa di One-Eye a bordo di un'astronave dopo un’epica battaglia con i nativi, ne devo dedurre che forse il simbolismo e le idee che Winding Refn aveva in mente erano ben altre...Ma la storia offre altre chiavi di lettura, per molti versi anche opposte. Da un lato c’è chi pensa che questo sia innanzitutto un film antireligioso e anticristiano (i personaggi cristiani non sono “evoluti” e le loro azioni sono guidate dalla sete di gloria e di potere, mentre One-Eye il pagano è l’unico a conservare la lucidità e a comportarsi altruisticamente anche se questo significa, per lui, non poter entrare nel Valhalla, dal momento che rifugge la battaglia; la natura scatena paure e fobie che il dio dei cristiani non è in grado di combattere, in buona sostanza un dio pagano è più utile del dio cristiano in certi frangenti; ecc. ecc.).
Un’altra ipotesi vedrebbe il film come il resoconto di una sorta di percorso iniziatico; in questa visione cristologica, One-Eye sarebbe l’agnello di Dio che nei simbolici panni della sua primigenia incarnazione (il pesce) attraversa il mare per rinascere morendo nell’altro mondo (d’altronde il film si svolge durante quella che secondo la concezione gioachimita delle “tre Età” della storia sarebbe già l’Era del Figlio, ovvero l’Era dei Pesci, che precede la famosa Era dell’Acquario…). Questo sarebbe avallato dalle scene (nella prima parte e alla fine del film) in cui One-Eye viene ripreso sott'acqua, come in una sorta di battesimo (che quindi servirà a liberarlo, e non solo metaforicamente: è quando si immerge la prima volta che l'uomo trova la punta di lancia che gli servirà per liberarsi dai suoi carcerieri). Col suo sacrificio finale – sacrificio significa appunto "rendere sacro" – One-Eye riesce nell’intento di portare con sé dall’altra parte anche i suoi compagni di avventura (anticamente distruggere il corpo fisico di un individuo equivaleva a fargli intraprendere un viaggio spirituale verso l’aldilà per riunirsi agli dei e agli spiriti dei loro antenati. Siccome quegli uomini sono cristiani, entrano in una sorta di purgatorio nel quale purificarsi prima di poter procedere oltre).
Nessuna di queste interpretazioni è del tutto convincente perché, soprattutto ad una visione ripetuta, ci sono sempre dei particolari che sembrano stonare, contraddire tutto ciò che si è supposto in precedenza. Forse la cosa migliore da fare quando si approccia un film del genere è semplicemente farsi travolgere dalla bellezza delle immagini e non porsi troppe domande? Non so, ma per me il bello del cinema è anche questo. Ci sono film che ti danno tutte le risposte e che addirittura cercano di insegnarti qualcosa, e altri che si accontentano di lasciarti con delle domande aperte, perciò penso che continuerò con le mie indagini da piccolo investigatore cinefilo. Dopotutto il bello del cinema, a volte, è il mal di testa del giorno dopo.