Intervista di Sergio Piccinini, responsabile del settore ambiente del CRPA.
Differenti processi termochimici come la combustione o la gassificazione, e biologici come la digestione aerobica o il compostaggio sono in pole position per la produzione d’energia. Secondo Sergio Piccini la combustione è un processo validato ma rimangono problemi di emissione. La gassificazione non è ancora in una fase industriale. Il compostaggio è una tecnica consolidata ma comprende una problematica di costo e odore che possono essere risolte.
Tra le deiezioni animali utilizzate nella digestione anaerobica per la produzione di biogas, il ruolo della pollina merita un ragionamento a sé. E non perché non possa trovare in questa destinazione una interessante valorizzazione. Questa valorizzazione della pollina richiede ancora studi mirati. Il problema, se di problema vogliamo parlare – afferma Sergio Piccinini, responsabile settore Ambiente del Crpa di Reggio Emilia (Centro ricerche produzioni animali) – è che a differenza del liquame bovino e/o suino che possono essere utilizzati anche da soli negli impianti di produzione di biogas, la pollina non può essere impiegata da sola e nemmeno in quota prevalente a causa delle sue peculiarità chimico-fisiche, che si caratterizzano per l’elevato tenore di azoto che a questi livelli risulta tossico per i batteri che producono metano all’interno degli impianti. Concernente la digestione aerobica, la pollina può essere utilizzata con altre biomasse. Pertanto, nessuna controindicazione all’utilizzo della pollina nella produzione di biogas, purché venga abbinata ad altri componenti e non rappresenti la quota maggiore.
Da diversi anni, proprio grazie all’elevato livello di azoto e dopo aver subito un processo di essicazione, la pollina viene sfruttata con ottimi risultati come fertilizzante per i terreni, un impiego che Piccinini definisce “più nobile, anche se il mondo della ricerca scientifica e quello industriale continuano a lavorare per trovare la strada capace di ottenere il miglior rendimento anche nella produzione di biogas.
Su 1000 kg di deiezioni suine e bovine, ad esempio nel primo caso abbiamo 960 kg di acqua e 40 di sostanza organica, mentre con le deiezioni bovine la sostanza organica sale a 100 kg. Ma con 1000 kg di pollina ben 700 sono di sostanza organica. La differenza si commenta da sola”. Le più moderne tecnologie, i vantaggi ma anche i limiti del V Conto Energia, la valorizzazione dei sottoprodotti saranno alcuni dei temi al centro di Bioenergy Italy, che dal 28 febbraio al 2 marzo 2013 Cremona Fiere ha ospitato con un ricco parco espositivo e un calendario particolarmente nutrito di convegni e seminari dove approfondire le tematiche più attuali del mondo delle energie rinnovabili e conoscere le ultime novità del settore.
Tuttavia, attualmente, in Italia gli impianti che funzionano con una quota prevalente di pollina sono pochissimi e poiché non esiste ancora una tecnologia consolidata, questa fase interlocutoria in cui ancora ci troviamo ad operare non rende il suo utilizzo economicamente conveniente.