Valutazione del rumore: come diventare un tecnico qualificato?

Creato il 19 gennaio 2016 da Ediltecnicoit @EdiltecnicoIT

Non ci si improvvisa tecnici esperti di acustica. La legge impone che il rischio rumore nel documento di valutazione e la redazione del cosiddetto Programma aziendale di riduzione esposizione (PARE) sia eseguito dal datore di lavoro che può avvalersi della consulenza di un tecnico qualificato per la valutazione del rumore. Ma, aggiungono le norme vigenti, il datore di lavoro deve anche accertare l’idoneità tecnico professionale del personale qualificato che collabora alle attività di analisi e verifica del rischio.

“Per dimostrare le proprie competenze professionali”, dicono gli esperti di Blumatica, software house specializzata nella realizzazione di strumenti specifici per la sicurezza e l’igiene sul lavoro, “il tecnico per la valutazione del rumore deve essere in possesso di un attestato che certifichi la sua partecipazione a specifici corsi di formazione riguardanti l’acustica”. Ma non solo, occorre anche che “tali corsi debbano prevedere un sistema di verifica dell’apprendimento”, precisano gli esperti Blumatica. Infine l’aspirante tecnico deve essere in possesso di un titolo di studio non inferiore al diploma di scuola secondaria superiore.

Molte realtà affermate nel campo della sicurezza rendono disponibili strumenti tecnici e formativi anche nella modalità e-Learning, che possono essere utili a coloro che desiderano accreditarsi come tecnici qualificati in acustica.

Le responsabilita’ del tecnico qualificato

Quattro le responsabilità più importanti in capo al personale qualificato che deve eseguire la valutazione. Innanzitutto occorre essere in grado di gestire le misurazioni dei livelli sonori, e valutare il rischio per gruppi omogenei di lavoratori. Al tecnico compete anche la responsabilità di individuare le soluzioni tecniche ed organizzative per interventi di bonifica acustica e, ovviamente, proporre il Programma di PARE.

Ma quali sono i contenuti “minimi” della valutazione del rischio rumore?

“Prima di tutto”, spiegano i tecnici di Blumatica, “le misurazioni vanno eseguite secondo precise norme tecniche”. In particolare si tratta della UNI EN ISO 9612:2011 relativa all’esposizione al rumore negli ambienti di lavoro e della UNI 9432:2011. L’esperto qualificato deve poi eseguire la valutazione dell’esposizione giornaliera e settimanale, organizzare la gestione e la verifica dei dispositivi di protezione individuale (DPI) per la protezione dell’udito, secondo quanto stabilito dalla UNI EN 458:2005.

“Infine, ma non meno importante”, precisano i tecnici Blumatica, “è necessaria l’identificazione degli interventi tecnici e organizzativi e l’elaborazione del PARE (Programma Aziendale Riduzione Esposizione) ai sensi della norma UNI 11347:2015”.

Il PARE: breve focus

Il PARE, ossia il Programma aziendale di riduzione esposizione, è lo strumento base che fornisce gli indirizzi e le strategie per la riduzione del rischio rumore negli ambienti di lavoro. Il Testo unico sulla sicurezza (decreto legislativo n. 81 del 2008) stabilisce che il documento vada redatto quando vengo superati determinati valori e, in particolare, un LEX,8h > 87 dB(A) e un Lpicco > 137 dB(C).


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