Questo non significa che Folman giustifichi o assolva chicchessia, tutt'altro, inevitabilmente quello che ne esce è un racconto filtrato dai ricordi del suo vissuto e che porta allo spettatore la sua esperienza, quella di un soldato israeliano che inevitabilmente dovrà confrontarsi con la controparte palestinese in Libano. In realtà, nell'arco di questa narrazione, saranno familiari l'orrore della guerra, il pericolo, la sofferenza, la paura ma quasi mai il nemico che resterà sempre a una certa distanza e del quale si vedranno più i proiettili e le granate che non i volti e i corpi. Questo aspetto rende il racconto ancor più univoco ma lo fa in maniera sempre onesta e trasparente.
Si parte dal trauma che ogni azione di guerra cementifica nelle persone che hanno vissuto una terribile esperienza di questa portata, il regista e protagonista incontra un caro amico che gli racconta di aver iniziato ad avere degli incubi ricorrenti legati ai suoi giorni da soldato. In seguito a questo incontro Folman realizza di non ricordare quasi più niente di quei giorni, la sua mente ha rimosso quasi tutto tranne alcuni ricordi che richiamano immagini dal sapore surreale e con tutta probabilità mai veramente accadute. Su consiglio di un amico estraneo a quegli eventi Folman inizia a ricostruire quei giorni grazie ai ricordi delle altre persone che erano in Libano con lui: soldati, reporter, amici.
I ricordi riaffiorano poco a poco, non si capisce bene con quanta precisione e veridicità, fino ad arrivare ai giorni tragici di Sabra e Shatila.
La scelta di narrare vicende così drammatiche con una tecnica d'animazione mista, molto particolare, rende il viaggio a ritroso nel passato di Ari Folman ancora più drammatico e straniante. Il colpo basso inflitto allo spettatore con i pochi secondi finali affidati alle storiche riprese dei reporter di guerra è un pugno allo stomaco doloroso. Ogni qual volta un opera di stampo realistico si trova ad affrontare con serietà e con questa efficacia il tema della guerra senza spettacolizzarlo ma presentandone chiaramente le nefaste conseguenze ci si ritrova a chiedersi come possa così tanta gente vivere in questa maniera. Come possa un soldato accettare il proprio compito.
Tecnicamente Valzer con Bashir (il significato del titolo si comprenderà durante la visione) è molto originale oltre che ben realizzato, il misto di animazione tradizionale, flash e 3D rende quest'opera quasi unica nel suo genere, la narrazione è valorizzata inoltre da un'ottima colonna sonora che mischia canzoni in lingua madre con rock internazionale e musica classica. Non per niente il film ha raccolto consensi e premi praticamente ovunque con eccezioni riscontrate in alcuni paesi arabi, Libano compreso.