(Copio spudoratamente da Katiu, che pure cita un pensiero altrui ;-) )
Noi lettori siamo un po' vampiri.
Adescati dal titolo o dalla copertina, ci avviciniamo a un libro, gli giriamo attorno,
lo prendiamo in mano, lo sfogliamo, ne leggiamo qualche frase.
In due parole: lo annusiamo.
Proprio come farebbe un animale con la preda.
E se ci pare di avvertire un buon odore, lo facciamo nostro.
Se poi il libro non tradisce le attese, i nostri occhi affondano nelle sue pagine
come le zanne di un vampiro nel collo della vittima.
Infatti, quando un libro ci è particolarmente piaciuto, diciamo che lo abbiamo divorato.
La verità è che siamo fatti di parole e storie.
Abbiamo bisogno che qualcuno ci racconti qualcosa.
Ne abbiamo bisogno quasi quanto dell'aria che respiriamo
e del sangue che ci scorre nelle vene.
Vogliamo sapere. Desideriamo emozioni.
Cerchiamo speranze e consolazione.
Le storie ci danno tutto ciò.
Ma non solo.
Se il libro ha il sapore delle cose vere, otteniamo anche qualcosa di più, una sorta di extra: l'illusione di entrare nella vita di un altro, di possederla,
di assorbirne l'essenza, di succhiarne la linfa, il cuore.
Il sangue, per l'appunto.
- Tommaso Pincio
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Il 13 settembre 2010 da Mirco
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