Ad oggi il sito ha ricevuto 18323 segnalazioni per un totale di circa 2.842.811,55 € evasi. Quante cose si possono comprare con 2 milioni di euro? Lasciamo spazio all’immaginazione. S’intuisce da subito che l’evasione è una prassi assai diffusa in Italia, ma non serviva un sito per scoprirlo; fa parte dell’immaginario comune, è una tradizione culturale (accidenti!). Inoltre basterebbe chiedere sempre lo scontrino e Tassa.li non avrebbe motivo d’esistere.
Tassa.li è una piattaforma valida ed efficace? Se il suo scopo è scovare gli evasori allora si è lontani dal raggiungerlo. Non c’è modo di saper chi è l’artefice dell’evasione, per cui il desiderio di farsi giustizia non viene soddsifatto. Ma è giusto così: se il nome dell’evasore fosse pubblico, si scatenerebbe una caccia alle streghe di cui non immagino l’esito. Inoltre Tassa.li potrebbe trasformarsi in uno strumento di ricatto e di rivalsa da parte di persone interessate a minare la reputazione di un certa attività. Per ipotesi anche un concorrente agguerrito e senza scrupoli potrebbe denunciare false evasioni, sempre con lo scopo di ledere l’immagine di una certa attività commerciale. Per questo è corretta l’impostazione degli sviluppatori dell’applicazione: sfruttando le potenzialità dei social network e degli smartphone, permettono la creazione di una mappa condivisa e consultabile dell’evasione fiscale in Italia. Non una cosa da poco! Difatti spesso ci si rende conto della gravità dei fatti quando li abbiamo davanti agli occhi. Così Tassa.li ci pone un quadro chiaro della situazione attuale italiana , spingendoci ad aderire al progetto e, in questo modo, aumentare la schiera dei “paladini della giustizia fiscale”.
Il panorama della lotta contro l’evasione quindi si dota di uno strumento nuovo che, pur non avendo alcuna validità giuridica e legale, fornisce dati reali e continuamente aggiornati. Tuttavia, raggiunto lo scopo di tracciare e localizzare la diffusione nel territorio dell’evasione, qual è il passo successivo? Che succede dopo? Senza un risultato tangibile temo che si giunga al consueto effetto di “sgonfiamento”, tipico di molte applicazioni web. Come per Foursquare o Gowalla, passati i primi mesi in cui si è assaliti da una sindrome da checkin, poi ci si disaffeziona e l’applicazione cade nel dimenticatoio. Il rischio per Tassa.li è lo stesso, ovvero che la gente alla lunga si stanchi di segnalare la mancata emissione di documenti fiscali. Senza un premio (il cosiddetto “reward”), un esito concreto, la spinta iniziale di Tassa.li, dettata dall’entusiasmo , si esaurirà. Il valore di questa iniziativa sicuramente accrescerebbe qualora vi fosse una collaborazione con le forze dell’ordine. Ad esempio le denunce effettuate che superano taluni importi possono essere inviate automaticamente alla Guardia di Finanza, inserendo in chiaro i dati anagrafici dell’evasore. Rimane sempre il problema che la denuncia è soggetta alla totale arbitrarietà degli utenti.
Inoltre penso che la maggior parte dei casi messi in evidenza tocchino i “pesci” piccoli, ovvero negozi, commercianti, artigiani, servizi e difficilmente vada a intaccare le grosse cifre fatte sparire dai “pesci grossi”. Al di là del limiti attuali di Tassa.li, credo che sia una proposta eticamente valida, che può aiutare a combattere soprattutto culturalmente una cattiva abitudine che noi italiani abbiamo. Partendo da un’applicazione che stimola la nostra azione quotidiana, s’innesca un azione globale condivisa che può contagiare ogni persona e cambiare dal basso una prassi poco decorosa, innestata nel tessuto sociale italiano.
Ps: ora siamo arrivati a 18371 segnalazioni.