Vangelo del giorno 19 giugno 2014

Creato il 18 giugno 2014 da Lory663
Antifona d'ingresso
Ascolta Signore, la mia voce: a te io grido.
Sei tu il mio aiuto, non respingermi, non abbandonarmi,
Dio della mia salvezza. (Sal 27,7-9)  Libro dell’Ecclesiastico 48,1-14.
Sorse Elia profeta, simile al fuoco; la sua parola bruciava come fiaccola.
Egli fece venire su di loro la carestia e con zelo li ridusse a pochi.
Per comando del Signore chiuse il cielo, fece scendere così tre volte il fuoco.
Come ti rendesti famoso, Elia, con i prodigi! E chi può vantarsi di esserti uguale?
Risvegliasti un defunto dalla morte e dagli inferi, per comando dell'Altissimo;
tu che spingesti re alla rovina, uomini gloriosi dal loro letto.
Sentisti sul Sinai rimproveri, sull'Oreb sentenze di vendetta.
Ungesti re come vindici e profeti come tuoi successori.
Fosti assunto in un turbine di fuoco su un carro di cavalli di fuoco,
designato a rimproverare i tempi futuri per placare l'ira prima che divampi, per ricondurre il cuore dei padri verso i figli e ristabilire le tribù di Giacobbe.
Beati coloro che ti videro e che si sono addormentati nell'amore! Perché anche noi vivremo certamente.
Appena Elia fu avvolto dal turbine, Eliseo fu pieno del suo spirito; durante la sua vita non tremò davanti ai potenti e nessuno riuscì a dominarlo.
Nulla fu troppo grande per lui; nel sepolcro il suo corpo profetizzò.
Nella sua vita compì prodigi e dopo la morte meravigliose furono le sue opere.
Salmi 97(96),1-2.3-4.5-6.7.
Il Signore regna, esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sono la base del suo trono.
Davanti a lui cammina il fuoco
e brucia tutt'intorno i suoi nemici.
Le sue folgori rischiarano il mondo:
vede e sussulta la terra.
I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
I cieli annunziano la sua giustizia
e tutti i popoli contemplano la sua gloria.
Siano confusi tutti gli adoratori di statue
e chi si gloria dei propri idoli.
Si prostrino a lui tutti gli dei!
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 6,7-15.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole.
Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;
venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi;
ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.»  
Omelia
a cura di
Qumran2.net

"Voi dunque pregate così"
Siamo invitati da Gesù a pregare. Ma cosa è esattamente la preghiera? Prima che richiesta e domanda di qualcosa, essa è verità. È verità dell'uomo ed è verità di Dio. È verità di colui che prega ed è verità di colui che viene invocato. Chi è allora Dio e chi è l'uomo secondo la verità che è insita nella preghiera rivolta al nostro Dio e Signore?
L'uomo è il niente, il povero, il misero, il bisognoso di ogni cosa. Dopo il peccato è anche il falso, il bugiardo, il superbo, l'arrogante, il prepotente, il calpestatore dei diritti dei suoi fratelli e prima ancora del suo Dio. L'uomo è l'invidioso, il concupiscente, l'avaro, l'usuraio, il molestatore, l'egoista, colui che non conosce la via della pace. È un sacco pieno di ogni peccato e trasgressione. L'uomo è lo stolto, l'insipiente, l'ignorante, il cieco, l'avvolto da una fondamentale stupidità. È questa la sua verità umana oggi.
Chi è invece il Signore suo Dio? È Colui che è il tutto, la ricchezza, l'abbondanza, la pienezza di ogni vita. È la verità, la pietà, la misericordia, la compassione, la giustizia, la carità, la vita eterna. Dio è il Signore che dona sempre dignità, eleganza, bellezza, splendore all'uomo da lui fatto a sua immagine e somiglianza.
La preghiera a questo deve giungere: a far sì che l'uomo veda la sua povertà interiore ed esteriore, del corpo e dello spirito, dell'anima e della mente, del tempo e dell'eternità. La veda, la riconosca, la confessi con atto di vera umiltà e chieda al suo Dio e Signore che la trasformi nella sua ricchezza, verità, santità. Se non c'è questo desiderio di trasformazione, di radicale modifica della nostra esistenza povera, misera, meschina, non vi sarà mai vera preghiera. Nella preghiera la nostra falsità si deve trasformare in verità di Dio, la nostra povertà in ricchezza di grazia, la nostra morte in vita eterna, la nostra stoltezza e stupidità in intelligenza e sapienza di Spirito Santo.
È questo il fine della preghiera: chiedere a Dio che la sua santità e bellezza divina brilli più che il sole attraverso la nostra vita, il nostro corpo, ogni nostra azione. Il cristiano in preghiera è un contemplatore della gloria di Dio, si innamora di essa e desidera ardentemente di essere lui, attraverso ogni grazia che discende dal cielo, manifestare e rivelare al mondo lo splendore del suo Signore. Per questo si prega: perché ognuno diventi sole di verità e di santità sulla terra, in mezzo agli altri suoi fratelli.
Tutto opera il Signore in colui che prega. Chi prega una cosa però la deve fare: presentarsi a Dio con il cuore ricco di perdono. Niente nel suo intimo deve essere contro i propri fratelli. Il fratello gli è dato al discepolo di Gesù perché lo ami e lo salvi riversando su di esso tutto il suo amore che è perdono, compassione, misericordia, pietà, consolazione, offerta della propria vita per la sua conversione.
La Vergine Maria, Madre della Redenzione, ci aiuti a conservare sempre puro il nostro cuore. È la via per l'esaudimento della nostra preghiera. Gli Angeli e i Santi di Dio ci insegnino ogni giorno a pregare in pienezza di conoscenza e di perdono.
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