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Vangelo del giorno 21 Aprile 2013 (quarta domenica di Pasqua)

Creato il 10 aprile 2013 da Lory663
Vangelo del giorno 21 Aprile 2013 (quarta domenica di Pasqua)  Salmi 100(99),2.3.5.
Acclamate al Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza.
Riconoscete che il Signore è Dio;
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo.
poiché buono è il Signore,
eterna la sua misericordia,
la sua fedeltà per ogni generazione.
Apocalisse 7,9.14b-17.
Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani.
Gli risposi: "Signore mio, tu lo sai". E lui: "Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell'Agnello.
Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo santuario; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro.
Non avranno più fame, né avranno più sete, né li colpirà il sole, né arsura di sorta,
perché l'Agnello che sta in mezzo al trono sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita. E Dio tergerà ogni lacrima dai loro occhi".
Vangelo del giorno 21 Aprile 2013 (quarta domenica di Pasqua)
Cristo risorto è il nostro capo, guida e pastore. In Lui è legata l’esclusività e l’universalità della salvezza, in Lui si rivela pienamente il nostro essere figli di Dio. Ascoltando la sua voce, stringendoci a Lui, vivendo da figli di Dio, scopriamo il vero senso della nostra vita.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 10,27-30.
Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano.
Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio.
Io e il Padre siamo una cosa sola». 

Meditazione
Tu sei il nostro pastore, Signore Gesù, perché solo tu ci conosci fino in fondo, uno per uno,
con i nostri slanci e le nostre fatiche, le nostre fragilità e le nostre risorse. Per questo ti mostri esigente quando ci lasciamo afferrare dalla pigrizia, e dolce e compassionevole quando ci troviamo in difficoltà. Tu sei il nostro pastore, Signore Gesù, perché ti metti davanti a tutti e ci guidi alle sorgenti della vita, ci fai conoscere il volto del Padre e dissipi i timori e le paure che ci impediscono di andare avanti. Tu sei il nostro pastore, Signore Gesù, perché sei pronto a dare la vita, a far di tutto per difenderci, ad ingaggiare con il male una lotta terribile e decisiva, a costo di esporti a pericoli mortali, a costo di affrontare sofferenze terribili. Tu sei il nostro pastore, Signore Gesù, perché ci ami di un amore smisurato e non puoi sopportare che neppure uno si perda e rovini la sua vita. È bello, mio Signore, lasciarsi guidare da te, è bello darti fiducia e assecondare le tue indicazioni, è bello sentire su di noi il tuo sguardo attento e benevolo. È bello, mio Signore, affidarti la nostra vita e vivere per te e assieme a te un’avventura entusiasmante che approda all’eternità.

Vangelo del giorno 21 Aprile 2013 (quarta domenica di Pasqua) San Gregorio Magno (ca 540-604), papa, dottore della Chiesa
Omelie sul Vangelo, n° 14   “Io do loro la vita eterna”     Il Signore dice : « Le mie pecore ascoltano la mia voce ed io le conosco ; esse mi seguono ed io do loro la vita eterna ». Un po' prima aveva detto a loro riguardo: “Se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo” (Gv 10,9). Entrerà venendo alla fede; uscirà passando dalla fede alla visione faccia a faccia, dal credere al contemplare, e troverà un pascolo arrivando al banchetto eterno.
  Le pecore del buon pastore trovano dunque un pascolo perché tutti coloro che lo seguono con cuore semplice sono nutriti nel pascolo dei prati eternamente verdi. E qual è il pascolo di quelle pecore, se non le gioie interiori di un paradiso verdeggiante per sempre? Poiché il pascolo degli eletti è il volto di Dio, sempre presente: poiché lo si contempla senza sosta, l'anima si sazia senza fine di un alimento di vita...
  Cerchiamo dunque, fratelli carissimi, questo pascolo dove troveremo la nostra gioia nel cuore della festa celebrata in cielo da tanti nostri concittadini. La loro esultanza ci inviti là... Risvegliamo le nostre anime, fratelli! La nostra fede si riscaldi al contatto di ciò che crede, i nostri desideri si infiammino per i beni di lassù. Amare così è già mettersi in cammino. Non permettiamo che alcuna prova ci allontani dalla gioia di questa festa interiore, poiché quando si desidera andare a un luogo prefissato, nessuna difficoltà può distoglierci dal desiderio. Non lasciamoci nemmeno sedurre da conquiste lusinghiere. Sarebbe sciocco il viaggiatore che, vedendo un paesaggio meraviglioso, dimenticasse per strada la meta del suo viaggio.  
Preghiamo
Sostienici, Padre, con la forza del tuo Spirito. Accendi nei nostri cuori, il fuoco del tuo amore,
donaci la grazia di leggere e rileggere questa pagina del vangelo per farne memoria attiva,
amante e operosa nella nostra vita. Noi vogliamo accostarci al mistero della persona di Gesù
contenuto in questa immagine del pastore. Crea in noi, Signore, il silenzio per ascoltare la tua voce,
penetra nei nostri cuori con la spada della tua Parola, perché alla luce della tua sapienza,
possiamo valutare le cose terrene ed eterne, e diventare liberi e poveri per il tuo regno,
testimoniando al mondo che tu sei vivo in mezzo a noi come fonte di fraternità, di giustizia e di pace. Amen
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