Vanity Fair: sull'essere gay Marco Mengoni non fa dichiarazioni

Da Dejavu
Fans arrapate, molte 40enni, appostamenti, figlie lanciate dalle madri nella sua stanza d'albergo a orari improponibili e non certo per imparare a cantare: sul prossimo numero di Vanity Fair la vita di Mengoni si sta rivelando peggio di un film con Lino Banfi ed Edwige Fenech.Perché il ragazzo di Ronciglione, nel viterbese, vincitore a X Factor 2009 non sarà un adone ma affascina per il suo successo, i suoi riconoscimenti e la sua presenza scenica.
«Ci sono orde di ragazze che mi seguono. Ho fatto autografi sulle tette, mi hanno fatto succhiotti sul collo, non cose folli. Però farsi trovare fuori dalla camera d'albergo alle quattro di notte, a fa' le roste... (le ronde, ndr) ».
«C'era una mamma che cercava di spingermi in camera la figlia. Mi sono un po' spaventato. Io me vergogno pure de annà a comprà il latte».
Poi il terreno dell'intervista si fa promiscuo, direi scivoloso.
«Negli ultimi tempi ho notato che se sono in giro, e c'è una coppia, è l'uomo che si accorge di me e lo fa notare alla donna. Mi fa strano questa cosa».
«Sto a costruì tutta sta carriera sull'ambiguità, e mò lo devo dì? Nun lo dirò mai. Anzi: prima c'era Fabri Fibra che alimentava la cosa (nella canzone Non ditelo il rapper canta "Secondo me Mengoni è gay ma non può dirlo perché poi non venderebbe più una copia", ndr), ora bisogna trovare altro. Mi chiedevo: perché non me lo chiedono più? Sarò diventato etero? Ci sto così attento...».
E vabbuò. Dopo tutti i riconoscimenti che gli sono piovuti addosso serve ancora che giochi sulla sua ambiguità sessuale, tipo Renato Zero? A Mengò, ma fai sto coming out che almeno in albergo nessuno ti verrà più a rompere i maroni...









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