Giusto per entrare in tema: a me dei carismatici e di attività paranormali non me n'è mai fregata na cippa.
Dopo l'ottimo, e claustrofobico Buried, Cortès, torna alla ribalta del botteghino e della fama acquisita in US con un nuovissimo film pieno di danei e con cast rispettabilissimo (discorso a parte per quel reumatico Bob De Niro).
Soprannominato la versione sfigata di "The Prestige", per sto Red Lights varrebbero quasi le stesse parole spese per Cogan, ma chiariamo: al rogo chi grida al capolavoro, ma resta cmq un ottimo thriller che ricalca le funzioni del genere e la tensione, onnipresente e dosata col contagocce, dona quell'atmosfera di mistero misto al checcazzostasuccedendo. Per palati raffinati e di nicchia, passata la prima parte ermetica e poco esuberante nei dialoghi (forse anche troppo pesanti) la seconda parte lascia spazio all'imminente epilogo che giunge nel colpo di scena finale che non ti aspetti (tra l'altro identico allo schema narrativo, a livello di script di Buried).Ben confezionato e molto ben diretto, ma con grandi spazi di miglioramento.
*ennesimo ruolo marchetta per De Niro, mò hai rotto er cazzo.
Rodrigo Cortès