La prima priorità lanciata dal cardinale Bagnasco è "un deciso alleggerimento fiscale, orientato a sostenere le famiglie con carichi familiari per attuare finalmente criteri di equità. Occorre sostenere senza ambiguità le nuove famiglie e le nuove generazioni costruendo esplicite politiche attive di natalità".
La seconda priorità, secondo il presidente della Cei, "ha a che fare certamente con il lavoro e soprattutto il lavoro per i giovani. Attendiamo, tra le politiche di riforma, un segnale chiaro di sostegno all’inserimento dei giovani nella vita attiva, con forme flessibili certo, ma non precarie di aiuto all’avviamento al lavoro e all’imprenditoria giovanile".
La terza priorità per Bagnasco "attiene al sostegno che si deve alla cura educativa delle nuove generazioni, una sfida che vede la famiglia spesso abbandonata a se stessa. Non si tratta solo di investire sempre di più sulla cultura e sulla formazione, ma di attivare un processo di autonomia e di libertà in tutto il sistema scolastico, superando anacronistiche pregiudiziali ideologiche e assicurando una rinnovata alleanza tra genitori e operatori scolastici".
Ma il numero uno della Cei guarda anche in 'casa sua' e fa una severa autocritica alla Chiesa lamentando come, "pure a fronte di opere così eloquenti, permane una lettura forzatamente 'politica' che descrive la Chiesa come fosse una ’lobby’ insieme ad altre, alla ricerca della propria fetta di potere. E allora il passo alla denigrazione, al sospetto, alla polemica è breve. Quando ciò accade non si ferisce la Chiesa nelle sue intenzioni, ma i tanti che traggono un aiuto concreto che probabilmente non hanno garantito in alcun modo altrove". Ultimo tema toccato da Bagnasco quello delle carceri: "Come pastori da tempo abbiamo sottolineato la necessità di approntare un piano-carceri che sia degno della nostra tradizione giuridica e umanistica. Anche un solo suicidio che avvenga per le condizioni disumane cui sono soggetti i carcerati è di troppo. Non è vero, e non si può pensare che quelle dei carcerati siano vite a perdere. Le cifre del sovraffollamento sono inaccettabili sotto il profilo sociale ed etico".