Potrei dirvi dell'ultimo libro della Gamberale che ho divorato e adorato (Le luci nelle case degli altri), commentare - anche se con qualche giorno di ritardo - canzoni e look di Sanremo; aggiornarvi sulla mia dieta e un paio di altre cose (tipo il Cushion di Lancome e il tester della maschera per il contorno occhi della Sisley ) che oggi*, però, passano necessariamente in secondo piano.
Perché la verità è che non riesco a non parlarne, anche se sul supplemento di Vogue Sposa ho letto che una delle cose da non fare assolutamente (e assolutamente è scritto in grassetto e pure sottolineato) è quella di tediare il prossimo con il resoconto dettagliato e minuzioso dei preparativi (chè 'vanti del 20 de setembre xe longa - questo l'ho aggiunto io, su Vogue non c'è scritto ma il senso è quello).
Ma io, mettiamola così, sono fortunata: il prossimo in questo caso siete voi che (forse pensando che a un certo punto avrei smesso: proprio perché 'vanti del 20 de setembre xe ancora longa) mi avete incoraggiato a manifestare tutto il mio entusiasmo e a condividere con voi la mia gioia, motivo per cui verrei a casa vostra ad abbracciarvi ad una ad una e a mostrarvi la foto degli abiti che ho selezionato e/o provato.
Perché sì, ora lo so, provare un abito da sposa è davvero bellissimo (anche se non ti si chiudono dietro).
Ed è il primo segno del sogno che prende forma (possibilmente slanciata).
*e fino al 20 settembre p.v.
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