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Variante Pgt, territorio conteso metro per metro senza prospettiva generale. E spuntano piccoli inconsulti biogas.

Creato il 20 giugno 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

La variante generale al Piano di gestione del territorio soffre dei mali del sistema decisionale. Il territorio viene usato dai poteri in grado di trattare con il comune. I gruppi di interesse o i privati che esprimono una forza economica sufficiente hanno un peso, gli altri no. È il problema tipico della democrazia. Vince la maggioranza, la quale però esprime più forza, non necessariamente un interesse generale. Dunque non può rivendicare piena libertà d’azione.

Alcuni agricoltori hanno strappato il consenso al Comune di realizzare piccoli impianti a biogas, anche sotto i kw. Le opposizioni non hanno fiatato. Hanno opposto contestazioni di principio ben formulate su altre questioni, anche se il piccolo impianto a biogas non aiuta l’impresa agricola, serve solo a coltivare energia. Poi le associazioni protestano perché la variante si porta via un milione di metri quadrati di terreno agricolo.
Dunque i gruppi di interesse pesano secondo i voti che controllano e ottengono, a seconda delle brame dell’amministrazione, più o meno territorio e più o meno cambi di destinazioni d’uso.
Territorio in balia del mercato del consenso politico e senza che i cittadini e le associazioni portatrici di interessi e fini generali vengano ascoltate. Chi meglio può elaborare un’idea di città e di gestione del territorio viene soffocato da chi controlla più elettori.
L’assessore Domenico Fasani ha spiegato in breve un principio guida, l’inserimento di aree commerciali all’interno di aree produttive, sostenendo che ci sono aree commerciali tolte o spostate, non aggiunte.
Per Bruno Fanti non è certo un po’ di area commerciale a fare da volano.
Maura Ruggeri, come Soregaroli e Fanti, ha contestato la concessione di un’area produttiva in più solo perché vicina a un’altra area produttiva: “Così tutte le aree diventano produttive”.
I toni dei consiglieri del Pd sono accesi. Soregaroli insiste: “Manca una visione generale in una variante generale come questa. Ci sono troppe cose censurabili”.
Giacomo Zaffanella del gruppo misto spiega semplicemente che “c’è un problema di correnti all’interno della maggioranza: si è trattato e invece bisognava scegliere.
Giancarlo Schifano è preoccupato dai poli commerciali: “Si rischia una guerra fra poveri che non conviene a nessuno. I negozi di vicinato sono in pericolo”. Spuntano poli commerciali da ogni parte, anche in via Mantova: il centro è circondato.
È l’effetto dei gruppi di potere e della distruzione della politica come progetto e tutela di diritti.

Oltretutto la lunga riunione di commissione, convocata il giorno prima solo per le 14.30 e senza dare al Pd i documenti della variante “perché non c’era carta sufficiente per stamparli”, è stata inevitabilmente battezzata dalle veementi proteste della capogruppo del Pd Maura Ruggeri. L’opposizione non è stata messa in condizione di informarsi e discutere.
Probabilmente la variante è blindata dagli accordi interni alla maggioranza.
Non per nulla il presidente dell’Ascom Pugnoli era presente alla riunione, ad ascoltare la lunga esposizione delle osservazioni da parte del dirigente Marco Masserdotti. Osservazioni tutte specifiche, tese ad ottenere un piccolo vantaggio in più.

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