VARIE SONO LE OPINIONI SUGLI EFFETTI DELLE RADIAZIONI DEI CELLULARI SUL CERVELLO. A SAN FRANCISCO è STATA APPROVATA UNA LEGGE DOVE SI DEVONO ESPORRE LE RADIAZIONI

Creato il 19 aprile 2011 da Madyur

Ci sono storie che ti cambiano l’esistenza. Il 28 aprile 1995 , in un pranzo di lavoro, Lloyd Morgan sviene in preda alle convulsioni. All’ospedale diagnosticano un meningioma. Una volta tolto chiese all’oncologo cosa poteva averlo causato e gli risposero “Forse i campi elettromagnetici”. Morgan da ingegnere elettrico vi era stato immerso tutta la vita.

Ma quel “forse” lo infastidiva. “Se fosse vero , com’è possibile che non si intervenga in una società dove ognuno porta all’orecchio la propria piccola centrale di radiazioni , il cellulare appunto?”. Così ha cominciato a cercare e non ha più smesso.

Quella della pericolosità del telefonino e una storia infinita, e divide i pareri. Da una parte c’è l’Interphone (IP) ma un monumentale studio iniziato nel 2000 e terminato , con cinque anni di ritardo, l’estate scorsa. E’ costato 24 miliardi di dollari e ha coinvolto 13 paesi , Italia conclusa. La sua conclusione , frutto di relazioni diplomatiche , afferma che non c’è legame tra l’uso dei cellulari il tumore al cervello. Anzi , una moderata esposizione ai telefonini abbassa il rischio di ammalarsi. Un risultato paradossale che ha lasciato perplesso i ricercatori. Nell’Appendice II , che tiene conto di alcuni correttivi e in un primo momento era stata omessa dallo studio , si scopre che il rischio di glioma tra chi ha usato il cellulare da dieci anni o più risulta quasi doppio rispetto a chi non lo usa.

Le principali “cadute” dell’Interphone sono sul campione. Sono risultati non esposti gli utenti con il cordless domestici, che però emettono radiazioni. Solo il 5% ha usato il cellulare per almeno 10 anni , tempo minimo perché la malattia mostri i primi sintomi. E includendo indifferentemente sia i tumori ipsilaterali( del lato dove si tiene il telefono) che quelli controlaterali. Quindi falsa i risultati.

Dall’altro versante , gli studi dello svedese Hardell , con un campione demograficamente più ampio e un numero di lungo-esposti maggiore, dimostrerebbero il nesso tra radiazioni e tumori : per ogni 100 ore di uso i rischi di gliomi e neuromi aumenterebbe del 5%; dopo 10 o più ani del 280%, e per quelli che hanno iniziato ad adoperare il cellulare da ragazzini , del 420%.

Elisabeth Cardis , epidemiologa spagnola che ha coordinato i team dell’IP , dice che i suoi dati non sono in conflitto con quelli svedesi “Dire che non c’è legame conclusivo non significa che non ci siano fattori di rischio. Tantomeno escludere che in futuri studi , con l’aumentare dell’esposizione , il legame appaia chiaramente. Ciò che osserviamo già è la maggiore incidenza di tumori nel lobo temporale , vicino a dove si tiene il telefono, e di quelli ipsilaterali. Più che abbastanza per suggerire cautela”.

Così Cardi, finito il ruolo nell’Interphone , ha firmato con la collega Siegal Sadetzky un articolo su una rivista di medicina “Indicazioni di un aumentato rischio tra gli utilizzatori forti e di lungo periodo , sia nell’Interphone che negli altri studi, sono causa di preoccupazione. Misure semplici ed economiche , come l’uso di sms , auricolari e viva voce potrebbero ridurre drasticamente l’esposizione del cervello. Perciò, sino a quando definitive risposte scientifiche non saranno disponibili , è consigliabile l’adozione di tali precauzioni , in particolare tra i giovani”.

Un tribunale del lavoro di Brescia che, primo in Italia se non nel mondo , a dicembre 2009 ha condannato l’Inail a versare una pensione di invalidità a un manager, riconoscendo un nesso di casualità tra il suo tumore al nervo e una media di cinque ore tra cellulare e cordless. Hardell dice “Dalla banca dati di Henry Lai , della Washington University di Seattle , risulta che negli studi finanziati dall’industria c’è il 28% di probabilità di trovare la conferma di un qualsiasi effetto dall’esposizione alle frequenze elettromagnetiche contro il 67% di quelli indipendenti. Ecco, i soldi di Hardell sono tutti pubblici , quelli dell’Ip no. Mi limito a constatare che la lettura predominante dei suoi risultati avvantaggia i privati”.

Nora Volkow , direttrice del National Institute on Drug Abuse inclusa da Time tra le cento persone più influenti al mondo , ha dimostrato come l’esposizione al cellulare modifichi il metabolismo del glucosio nel cervello. La Francia ha vietato la pubblicità dei cellulari mirata ai ragazzini e ne scoraggia pesantemente l’uso. Lo stesso succede in Israele , Finlandia e Russia , solo per citare alcuni esempi.

Jack Rowley , direttore scientifico della Gsm Association , che raggruppa operatori e produttori risponde ai quesiti sulla salute “Seguiamo l’avviso dell’Organizzazione mondiale della Sanità per cui nessun effetto avverso alla salute è stato stabilito circa i segnali radio dei telefoni mobili”. Ma poi aggiunge, preoccupando “Alcuni cellulari sono stati concepiti per essere usati con una piccola separazione del corpo , dagli 1,5 ai 2,5 centimetri a seconda dei modelli. A quella distanza vengono condotti i test sulle radiazioni”.

Lloyd Morgan ha rinunciato del tutto al cellulare. E’ diventato la bestia nera delle aziende telefoniche. A giugno scorso è stato decisivo nel far passare una legge che obbliga i rivenditori di cellulari a San Francisco a esporre i livelli di radiazioni dei diversi modelli. Il prossimo traguardo è far approvare la stessa norma in altre contee e Stati “Per arrivare magari alle avvertenze come sui pacchetti di sigarette”.


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