Vassily Kandinsky: la Spiritualità di un Genio Rivoluzionario

Creato il 20 marzo 2014 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Maria Veronica 

È possibile dipingere cerchi perfetti a fianco a dei quadrati regolari, interrompere una tela con una linea retta e affermare che la creazione artistica è determinata dal sogno e non dalla ragione? La risposta è affermativa se siete Vassily Kandinsky. Il padre dell’arte astratta desiderava veicolare con i suoi dipinti un’esperienza sempre nuova per lo spettatore. «Non vorrei passare per un simbolista, per un romantico, per un costruttivista. Mi accontenterei che lo spettatore sentisse in sé la vita interiore delle forze vive adoperate, nella loro relazione, che passando da un quadro all’altro scoprisse ogni volta un contenuto pittorico diverso». Ed è quello che accade al visitatore della mostra Vassily Kandinsky – La collezione del Centre Pompidou in corso a Milano, a Palazzo Reale: un racconto artistico e spirituale di Kandinsky messo in scena attraverso ottanta opere in ordine cronologico. Si tratta di una visita individuale. All’ingresso vengono consegnate delle audioguide che consentono di carpire i dettagli dell’opera di Vassily e che, tuttavia, hanno lo svantaggio di impedire l’interazione con l’accompagnatore: i commenti sono rimandati alla fine. Un giro intenso e quasi faticoso attraverso la produzione kandiskiana, dagli esordi al periodo parigino. La prima sala è essa stessa un’opera d’arte. Sulle quattro pareti è riprodotta Esposizione d’arte senza giuria, l’atrio realizzato nel 1977 da Jean Vidal per il Centre Pompidou e progettato da Kandinsky nel 1922 per decorare un salone nel contesto della Juryfreie Kunstausstellung, una mostra senza giuria che si svolgeva e a Berlino tra il 1911 e il 1930. Una totale immersione nell’arte, la stessa sensazione che deve aver provato Kandinsky quando da giovane entrò in un’antica casa rurale interamente pitturata al suo interno, evento che significò l’epifania del suo talento e lo portò a lasciare la via della giurisprudenza per abbracciare quella dell’arte.

Sono tre le parole d’ordine che ricorrono durante la mostra e che sintetizzano l’approccio di Kandinsky all’arte astratta: impressioni della natura esterna, improvvisazioni che scaturiscono dall’intimo e inconsciamente, e composizioni alla cui costruzione partecipa il cosciente. E poi il colore, “il tasto che suscita emozioni” e il suo studio. I colori portano in superficie l’interiorità e suonano come strumenti musicali in una sinfonia da un quadro all’altro. Le prime opere della mostra curata da Angela Lampe sono dipinti che fotografano dei luoghi che Kandinsky visitò assieme a Gabriele Münter, compagna di vita negli anni berlinesi. La pittura per Kandinsky aveva il compito di fissare la memoria. Nel 1917 mise su tela anche le immagini dei luoghi vissuti con Nina Andreevskaya, l’altro amore dell’artista russo. La mostra è completa e ripercorre tutti i periodi della vita pittorica di Kandinsky. Dagli esordi a Monaco che culminano con Quadro con macchia rossa, dove le figure sono svincolate e trionfa il colore: «il rosso che agisce interiormente con energia attesta potenza immensa e irresistibile». Il dipinto è lontano dalla realtà. In quel tempo il passaporto russo divenne scomodo in Germania e il pittore fu costretto a tornare in patria. Gli anni moscoviti aprirono la strada tra musica interiore e astrazione. Le macchie di colore si sovrappongono come in Nel grigio del 1919 che segna la conclusione di un periodo drammatico. In quegli anni l’artista sperimentò nuove forme d’arte come la xilografia, l’incisione e la litografia. Nascono i Piccoli mondi dove ogni stampa rappresenta proprio un microcosmo a sé stante. Tra il 1920 e il 1921 Kandinsky lasciò la madre Russia, poiché lo spiritualismo di cui è intriso il suo lavoro fu criticato dai contemporanei e così iniziò l’esperienza al Bauhaus.

Esemplare è Giallo-Rosso-Blu, dove l’artista mise in atto il suo studio sui colori primari. Ancora una volta il cerchio, «unica tensione che ne contiene innumerevoli altre», è protagonista assieme alle diagonali. Poi finalmente il soggiorno a Parigi. La luce chiara e trasparente della città influenza le tonalità e i colori diventano più delicati e chiari. Le forme non sono più geometriche ma vegetali ed embrionali. Nel 1940, quando la Francia fu invasa dai nazisti, Kandinsky volle comunque mandare un messaggio positivo e dipinse Azzurro cielo, un’opera sognante in cui le forme biomorfe fluttuano in questa composizione elegante e calibrata. È in quest’ultima fase che lascia veramente spazio al sogno, non abbandonando mai la ragione nella composizione calcolata e geometrica, ma almeno ci si ritrova di fronte ad un artista dal tocco più umano.

Vassily Kandinsky

La collezione del Centre Pompidou

a cura di Angela Lampe

17 dicembre 2013 – 27 aprile 2014

Palazzo Reale, Milano

Orario

lunedì 14.30 – 19.30

martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 19.30

giovedì e sabato 9.30 – 22.30

Info

www.kandinskymilano.it

Didascalie

Vassily Kandinsky Bild mit rotem Fleck (Quadro con macchia rossa)

25 febbraio 1914

Olio su tela, cm 130 x 130

Donazione Nina Kandinsky, 1976

Adam Rzepka ‐ Centre Pompidou, MNAM‐CCI

© Centre Pompidou, MNAM‐CCI / Adam Rzepka / Dist. RMN‐GP

© Vassily Kandinsky by SIAE 2013

Vassily Kandinsky Im Grau (Nel grigio)

1919

Olio su tela, cm 129 x 176

Lascito Nina Kandinsky, 1981

Adam Rzepka ‐ Centre Pompidou, MNAM‐CCI

© Centre Pompidou, MNAM‐CCI / Adam Rzepka / Dist. RMN‐GP

© Vassily Kandinsky by SIAE 2013

Vassily Kandinsky Schwarzer Raster (Griglia nera)

1922

Olio su tela, cm 96 x 106

Lascito Nina Kandinsky, 1981

Service de la documentation photographique du MNAM ‐ Centre Pompidou, MNAM‐CCI

© Centre Pompidou, MNAM‐CCI / Service de la

documentation photographique du MNAM / Dist. RMN-GP

© Vassily Kandinsky by SIAE 2013

Vassily Kandinsky Gelb‐Rot‐Blau (Giallo‐Rosso‐Blu)

1925

Olio su tela, cm 128 x 201,5

Donazione Nina Kandinsky, 1976

Philippe Migeat ‐ Centre Pompidou, MNAM‐CCI

© Centre Pompidou, MNAM‐CCI / Philippe Migeat / Dist. RMN‐GP

© Vassily Kandinsky by SIAE 2013

Vassily Kandinsky 13 Rechtecke (Tredici rettangoli)

1930

Olio su cartone, cm 69,5 x 59,5

Lascito Nina Kandinsky, 1981

© Centre Pompidou, MNAM‐CCI / Service de la

documentation photographique du MNAM / Dist. RMN-GP

© Vassily Kandinsky by SIAE 2013

Vassily Kandinsky Bleu de ciel (Azzurro cielo)

1940

Olio su tela, cm 100 x 73

Donazione Nina Kandinsky, 1976

Service de la documentation photographique du MNAM ‐ Centre Pompidou, MNAM‐CCI

© Centre Pompidou, MNAM‐CCI / Service de la

documentation photographique du MNAM / Dist. RMN-GP

© Vassily Kandinsky by SIAE 2013


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