Ve l'ho detto quant'è buona la pizza di Jamie?

Da Birdin
Quando sono in vacanza fuori dall'Italia (sempre meno spesso ultimamente, purtroppo), non mi porto dietro quasi niente delle classiche fissazioni patriottiche per pasta, caffè espresso e bagni con bidet. Della pasta ne faccio tranquillamente a meno e, per quanto sia un piatto straordinario e di infinite combinazioni, anche a casa a volte me ne dimentico. Succede così che dopo un paio di giorni dica: "ah, ma un primo ce lo potremmo puremangiare", così, perché mi sembra che altrimenti non ci sia equilibrio. Perché mamma la pasta me la faceva tutti i giorni e forse è meglio così, che se poi mi sento debole e mi ammalo il motivo forse sarà che non mangio bene...Il caffè espresso non mi piace. Adoro il sapore del caffè e il suo profumo, lo mangio e bevo in tutte le sue combinazioni, dal gelato al tiramisù al caffè americano e non c'è colazione se non c'è cappuccino, ma la tazzina concentrata per me è davvero troppo. E poi non c'è gusto, in generale, con le cose che finiscono subito e lasciano l'amaro in bocca.Mi è capitato all'estero di essere accompagnata da gente capace di farsi chilometri perché su una guida ha letto, oppure perché un amico gli ha detto che in tutta l'Irlanda del sud o la Francia dell'est o la Spagna continentale c'è quel posto dove pare che facciano un caffè decente, un caffè quasi come quello italiano.Ecco, io no. Solo una cosa l'ho notata. Quando ritorno da un viaggio, la prima cosa che cerco è una pizza, una pizzetta, una pizza a taglio, ovunque e se so che c'è molto da aspettare io mi mangio pure quella che vendono in aeroporto. Così ho dovuto ammettere a me stessa che, seppure ben celata, io qualche forma di italianità ce l'ho. Non me ne sono accorta subito, diciamo che ci sono state situazioni, come dire, più eclatanti, che a un certo punto me l'hanno sbattuta in faccia, questa verità. Come quando sono stata due mesi a Cork e prima di ripartire per Roma dissi all'allora mio fidanzato che mi aspettava in aeroporto: "Tutto bene, arrivo alle 18... Sì, sì, finalmente ci rivediamo...Sì, certo certo...ma...me la porteresti una margherita? Mhh...no, intendevo la pizza!"E così mentre sfogliavo "La mia cucina naturale" e ho visto la pizza di Jamie il mio animo ha esultato, anzi ha giubilato di fronte a un inglese capace di fare una pizza simile! La foto la diceva tutta e la miscela di farine mi incuriosiva. L'unica cosa che trovavo un po' da inglese era l'uso del lievito in bustina. Mh, ma che ne sa lui, ce lo sapevo che mi cadeva di stile proprio sulla pizza. E invece, alla fine,ho fatto bene a dargli fiducia.Non ero sicura di scrivere un post su come si fa la pizza, ma siccome con questa ricetta ho preparato anche un'altra cosetta di Jamie che presto vi scrivo, ne approfitto per darvi, come dire...le basi! ;)

p.s. ultima cosa sugli italiani all'estero: del bidet non sento nessuna mancanza perchè amo la doccia, amo uscire fresca a profumata da una giornata trascorsa fuori, tutti i giorni e tutte le volte che ne ho bisogno. gli italiani che dicono che gli stranieri sono sporchi perchè non hanno bidet dovrebbero autoannusarsi ogni volta che salgono su un autobus... 


Pasta da pizza
1kg di farina bianca di grano duro
o di farina 00
oppure
800 g di farina bianca di grano duro
o di farina 00,
più 200 g di farina di semola di grano duro macinata fine
1 cucchiaio raso di sale marino fino
2 bustine da 7 g di lievito secco
1 cucchiaino di zucchero di canna semolato
4 cucchiai di olio e.v.o.
650 ml di acqua tiepida
Su un piano di lavoro pulito, versate la ferina/le farine e il sale 'a fontana', cioè in modo da formare una specie di montagnola con un buco in cima. Trasferite l'acqua tiepida in una brocca e mescolateci il lievito, lo zucchero e l'olio d'oliva e lasciate riposare il tutto per qualche minuto, poi versatelo nella 'fontana'. Con dei movimenti circolari della forchetta portate delicatamente la farina al centro e mescolatela all'acqua. Continuate a mescolare aggiungendo sempre più farina e quando l'impasto comincia a essere troppo duro per essere lavorato con la forchetta, infarinatevi le mani e raccoglietelo a palla. Continuate a lavorarlo finché sarà  diventato liscio, elastico e soffice.Mettete la palla di pasta in una terrina capiente infarinata e spargeteci sopra un po' di farina. Coprite la terrina con un canovaccio umido e mettetelo in una stanza tiepida per circa un'ora finché l'impasto sarà raddoppiato di volume.Adesso trasferitelo  su una superficie infarinata e lavoartelo bene per far uscire l'aria. Potete usarla immediatamente oppure avvolgerla nella pellicola trasparente e conservarla in frigo o in freezer fino al momento desiderato. Se la utilizzate subito, dividetela in tante palle quante sono le pizze che volete ottenere; le dosi che vi ho dato bastano per 6-8 pizze di medie dimensioni. L'ideale è stendere le basi per la pizza 15-20 minuti prima di metterle a cuocere. Non lasciatele in ballo già stese per ore: se proprio volete portarvi avanti con il lavoro, è meglio avvolgere l'impasto nella pellicola trasparente e tenerlo in frigo.Però, se preferite prepararle prima per avere una cosa in meno da fare quando arrivano gli ospiti, stendete le palle di pasta in dischi spessi più o meno 0,5 cm e copriteli con un pezzo d'alluminio spennellato d'olio d'oliva e infarinato: in questo modo potrete impilare le vostre pizze, coprirle con la pellicola trasparente e tenerle in frigo.

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