1) Ciao Enrico, grazie della disponibilità! Raccontaci qualcosa di voi!
VEASYT Live! è un servizio di video-interpretariato da remoto (VRI) grazie al quale chiunque, pubbliche amministrazioni, aziende o privati cittadini, può avere sempre un interprete professionista a portata di click, su Pc o tablet. Il servizio è erogato in video-conferenza via web sulla piattaforma VEASYT Live!: http://live.veasyt.com.
Il servizio, dall’altro lato, si propone come un’opportunità per gli interpreti: VEASYT Live! è un marketplace, dove professionisti con comprovati titoli ed esperienza possono iscriversi per esercitare direttamente dal Pc di casa propria o del proprio ufficio, in un mercato globale.
VEASYT Live! è il terzo servizio sviluppato da VEASYT srl, uno spin-off dell’Università Ca’ Foscari Venezia nato dal Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati. Proprio dal Dipartimento cafoscarino deriva un importante know-how linguistico e scientifico che si concretizza in servizi digitali per l’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere linguistiche e sensoriali. E il nome dell’azienda (visit + easy) rispecchia proprio tale visione: facilitare ogni tipo di visita e in generale di esperienza grazie alle tecnologie digitali.
2) Fare startup è un’avventura da intraprendere senza la paura di fallire, qual è il vostro motto?
Personalmente, provenendo da studi aerospaziali, dovrei dire: “Failure is not an option”, celebre frase pronunciata dal direttore di volo della missione Apollo 13.
Nel team VEASYT sappiamo bene invece che il fallimento è una possibilità arginabile, ma in nessun modo eliminabile. Ancor più quando si ha l’ambizione di sviluppare progetti innovativi dalla portata internazionale in grado di rivoluzionare quello che fino a quel momento è il modo consolidato per dare risposta a un’esigenza come quella della comunicazione professionale tra persone di lingue diverse. Sappiamo che il fallimento è purtroppo un’opzione, e ne abbiamo già assaporato l’amaro sapore in esperienze passate, avute singolarmente. Ma da queste esperienze abbiamo anche imparato molto, e di certo ora non molleremo facilmente la presa. “Hold fast”, come usavano tatuarsi sulle nocche i marinai inglesi.
3) Un team dinamico, motivato e affiatato è fondamentale per andare lontano! Come siete strutturati? Quali competenze tecnico specialistiche possedete?
“Da soli si cammina veloci, ma assieme si va lontano”. È una frase che si sente spesso sentire, ma in un’esperienza come quella di fare impresa ci si rende conto di quanto sia vero.
Ed è per questo che ancor prima di sviluppare i nostri servizi digitali, abbiamo voluto creare la squadra giusta per affrontare la sfida.
Il team oggi ha a disposizione competenze multidisciplinari, a partire dalle figure con elevate competenze linguistiche maturate nel Dipartimento cafoscarino, alle quali si affiancano figure con competenze gestionali e manageriali di provenienza ingegneristica, tecnico-informatiche e specialiste di tecnologia web, e infine competenze di marketing e social media marketing. Per non far mancare nulla, grazie all’Ateneo socio dell’azienda, abbiamo accesso a un’importante rete di collaboratori e advisor in ambito economico, linguistico, legale ed artistico-creativo.
La squadra c’è ed è ben allentata anche da singole precedenti esperienze personali: siamo pronti a giocarci la partita fino in fondo!
4) Wind Business Factor Competition 2013: un’opportunità per apprendere, fare networking, far conoscere la propria idea a potenziali investitori! Quale valore aggiunto state portando a casa da questa esperienza?
Wind Business Factor è una delle migliori vetrine e palestre in Italia dove far conoscere e, ancor più importante, far maturare idee e servizi digitali innovativi.
Da questa esperienza stiamo assorbendo quanto più possibile. In primo luogo ascoltando i consigli di mentor qualificati, dialogando con uno staff competente e appassionato e confrontandoci con persone, come noi, fortemente motivate e concentrate nello sviluppo di grandi progetti di business. Ancora una volta abbiamo compreso quanto il confronto aperto possa pagare in termini di consigli e nuove vie di sviluppo.
Dall’altro canto, stiamo lavorando duro per poter accedere alla fase successiva. Presentarci di fronte a potenziali partner commerciali e investitori è l’altro grande valore aggiunto che questa competizione offre, e che ci auguriamo di poter cogliere, magari chiudendo l’esperienza con il viaggio-studio in Silicon Valley con il network Mind The Bridge.
Piedi piantati per terra, ma occhi che guardano le stelle.
5) Innovazione, creatività e motivazione: aspetti fondamentali per fare startup: ma non dimentichiamoci delle tecniche di management per completare il cocktail esplosivo! Cosa ne pensate?
Fare startup d’impresa è una sfida eccitante. E in ambito digitale, l’entusiasmo spesso esplode nel momento in cui, in un istante, la nebbia si dirada e con gli occhi luccicanti e la bocca spalancata si pensa: “ecco la soluzione al problema!”.
Tutto è lì davanti a propri occhi, tutto appare chiaro: l’innovazione e la creatività si sono incontrate.
La verità e il proseguo del cammino sono in effetti poi parecchio più complessi, e senza una incredibile, costante, a volte persino fisicamente provante motivazione che spinga a lavorare giorno dopo giorno in mezzo a mille difficoltà, la bella idea rimane tale. Solo un’idea.
Quello che differenzia le centinaia di progetti nella scena startup italiana che quotidianamente si conoscono sul web o su magazine di settore dalle poche decine di imprese innovative che hanno concretizzato la loro visione in una grande azienda o in un’impresa in fase di crescita è proprio il saper integrare alla creatività un’attenta e meticolosa attenzione per i particolari e per l’organizzazione, tanto nello sviluppo del prodotto quanto nella gestione manageriale del progetto e delle risorse (quasi sempre molto limitate) a disposizione.
Questo mix di creatività e organizzazione, seppur con quotidiane difficoltà, è quello che stiamo cercando di adottare nel nostro gruppo. Ora solo il tempo (e il mercato) dirà se siamo sulla giusta strada.
6) Eric Ries autore del libro “The Lean StartUp” definisce la startUp come un’organizzazione dedicata alla creazione di qualcosa di nuovo in un contesto di estrema incertezza! Messaggio chiaro e rivolto a tutti coloro che vogliono percorrere nuove strade (gli imprenditori sono ovunque) e lanciare prodotti/servizi ancora inesplorati. L’approccio deve essere quello di implementare un metodo scientifico basato sull’innovazione sperimentale per misurare i propri progressi, collegato alla capacità di apprendimento continuo. In sintesi il messaggio è: Build-Measure-Learn innovando e sperimentando! E’ il vostro modus operandi?
The Lean StartUp è un manuale, un saggio, per molti versi una bibbia per tutti quelli che si cimentano nell’innovazione sperimentale. Ancor più in ambito digitale.
Ritengo, tuttavia, che i singoli concetti anche di una bibbia (senza voler essere tacciato di blasfemia) debbano poi essere declinati nel caso specifico in cui si opera, cogliendo e facendo propri i principi fondamentali, senza farsi “travolgere” dal vortice build-measure-learn. Piuttosto, controllando tale processo e implementandolo nei punti strategici e più innovativi del proprio prodotto e del proprio business model.
Per questo, con il team VEASYT adottiamo un modus operandi intermedio tra l’approccio lean e l’approccio di innovatori, come Henry Ford o Steve Jobs. La massima di Ford: “Se avessi chiesto cosa voleva la gente, avrebbero risposto: cavalli più veloci”, o l’innovazione di Jobs che ha portato a salti generazionali in prodotti Apple anche senza “preoccuparsi” di riscontri intermedi di mercato, crediamo siano il rovescio della medaglia che un imprenditore deve tenere nel proprio taschino.
Alle startup e in genere agli innovatori, poi, sapere pesare, bilanciare e adottare i due approcci.
Per ulteriori dettagli, guardate il seguente video: