Qui è facile vedere ancora, in pieno centro, una carrozza trainata da un cavallo (anche se si cerca di debellare tale trasporto dato che questi poveri animali vengono usati fino allo stremo). Oppure basta pensare al fatto che non si usa buttare la carta igienica nel water ma in un cestino a parte. O al fatto che qui si usa ancora tantissimo lavare i vestiti a mano (ma considerando la scarsa qualità delle lavatrici nazionali questo forse non è un difetto). Ma la cosa che mi lascia letteralmente “doido” è il modo di pulire la casa!
Qui, per lavare il pavimento della casa, in particolar modo quello della cucina e del bagno, si usa la canna dell’acqua. Quindi prima si bagna bene per terra, poi si passa un po’ di detersivo per i piatti o per i panni (!) e con una scopa si pulisce per bene anche negli angoli e sotto i mobili. Poi si passa ancora con la canna dell’acqua per sciacquare. Dopodiché con quello che qui chiamano “rodo”, che in Italia si chiama tira-acqua, si toglie il più grosso dell’acqua che c’è sul pavimento. E per finire, con un vecchio asciugamano, si asciuga, o per meglio dire, si cerca di asciugare il pavimento così pulito.
Questo sistema poteva andare bene il secolo scorso, quando non c’erano i prodotti di pulizia che esistono adesso, e si abitava in un sitio, cioè una casa di campagna, con un semplice pavimento in cemento. Ma in pieno 2012, in una casa moderna, piena di mobili e elettrodomestici, con un pavimento in ceramica o porcellanato, questo per me è una grande assurdità.
Io regolarmente, almeno una volta alla settimana, mi ritrovo con la casa allagata per colpa di questo sistema di pulizia, che forse nemmeno gli antichi egizi usavano per pulire le loro piramidi.
E come se non bastasse questa scomodità di avere un pavimento con un dito d’acqua, mi ritrovo con i mobili della cucina appena comprata già rovinati e gonfi per tutta l’acqua e umidità che ricevono. Per non parlare delle porte di casa, arrugginite quelle in metallo, rovinate quelle in legno. E per non parlare nemmeno del fornello col fondo arrugginito, o del tavolo della cucina con i piedi in metallo, indovinate come, arrugginiti. O la sedia girevole modernissima del mio computer, con la base ovviamente arrugginita.
Ma guai a dire a qualche donna brasiliana che questo sistema non va bene. Loro letteralmente impazziscono quando vedono le case degli altri Paesi senza lo scarico dell’acqua in cucina o in bagno. Se non ci credete leggete quel simpaticissimo blog “Sem ralo” e capirete che non sto mentendo. E inoltre c’è sempre questa idea, in loro innata, che noi europei siamo sporchi e puzzolenti, e quindi non possiamo capire questo loro efficacissimo sistema di pulizia. Il bello è che alla fine io mi ritrovo con una casa sì bagnata, ma non splendente, perché se vado a vedere controluce il pavimento o i mobili, vedo sempre dei terribili aloni lasciati dai vari panni o stracci. Ma essendo italiano non ho l’autorità di criticare il sistema di pulizia brasiliano.
C’è anche da dire che qui in Brasile lo spreco d’acqua è enorme. A parte il metodo che ho descritto, vedo l’uso che fanno dell’acqua le altre persone. Ed è già capitato parecchie volte che, in caso di rottura di qualche tubazione d’acqua sulla strada, prima che quelli dell’acquedotto vengono a riparare o perlomeno chiudere quella parte difettata, passa tantissimo tempo (una tubazione vicino a casa mia è stata quasi una settimana con acqua che usciva). “Tanto ne abbiamo tanta di acqua!”, dicono. E’ vero. Ma anche le cascate di Iguazù hanno un limite.