Il giorno in cui ho scritto questa poesia e improvvisato queste note non avevo altro che il mare in testa, l’odore di salsedine misto a quello di pioggia… non il migliore dei giorni, il sole dietro le nuvole al sicuro come quella falsa immortalità di quando si è davvero troppo ingenui, quando si crede di poter seguire la forza dirompente e schiacciante di quel deserto blu immenso, senza venirne risucchiati.
Spesso dell’energia delle onde non rimane che la schiuma sul bagnoasciuga, fantasmi di orme cancellate, strade perse e l’incredibile difficoltà di trovarne altre.
Poi ci sono vecchie fotografie di vecchi amori e vecchie spiagge… La necessità di trovare il nuovo, di fare altre fotografie, di costruire altri ricordi insieme a qualcun altro. Altri amori e altre immagini, aggiornamenti della nostra vita, esperienze affrontate con più consapevolezza e con la falsa sicurezza di questa tanto agognata maturità che lascia sempre quel piccolo passaggio attraverso il quale il vento dei ricordi ci sussurra nell’orecchio quella persa innocenza e quella incoscienza ormai scolpita nella pietra dell’anima come un ricordo, come un monumento al passato che ormai non possiamo far altro che ammirare con nostalgia.
Buon ascolto.
Sono il camino
Brucio i tuoi migliori anni
Legna da ardere
I tuoi sorrisi persi tra quei granelli
Piccolina perduta tra satelliti
Spazio intorno a noi
Nudi e persi negli ultimi anni di immortalità
Giovani serpenti che cambiano pelle
Sentiamo il mare che ci porta via
Lasciamo che ci trasporti
Fortunati
A viverci come eravamo
Come mai lo saremo ancora
I nostri cuori uniti
Vecchio amore sulla spiaggia.
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