Vedi cara

Da Mizaar

Ti osservavo da lontano mentre parlavi con la tua giovane amica. Il tuo dire, articolato nei gesti e da sorrisi rapidi che ti illuminano il volto, mi sono sembrati quelli di una persona animata dalle migliori intenzioni in un inizio di mattina di metà autunno. É stato quando sei passata vicina, sfiorandomi, che ho notato la supponenza della tua bellezza nel gesto sfrontato dell’allontanare un ciuffo di capelli che ti era caduto sugli occhi, cercando, con quel gesto, un consenso al momento non disponibile. In quello mi è sembrato di trovare la chiave delle tue scelte future. Ho pensato a come saresti stata da “ grande “ ho pensato per un momento a come potresti sopravvivere ad un futuro ordinario, fatto di quelle cose che tutti facciamo. Ci si adatta alla mancanza di attenzioni, alla mancanza di bellezza, alla mancanza di gioventù? Ho captato le tue parole, erano un vaniloquio che comprendeva un lui abbagliato, probabilmente, dall’avvenenza d’oggi. Vedi, cara, quando la bellezza sfiorisce con la supponenza, ci si supporta e si sopporta con la testa e soprattutto con quello che la testa contiene. Vedi cara, è difficile spiegare, è difficile capire, se non hai capito già.