Personalmente non comprerei mai un cellulare che costa 800 euro, trovo pure abbastanza ridicolo fare (come gli americani) 3 giorni di fila davanti all’Apple Store per essere il primo ad avere l’oggetto del desiderio (ma pure due o tre ore come qui in Italia, eh) ma…non capisco nemmeno chi dà addosso a queste persone con la scusa della crisi.
In questi giorni gli attacchi sono duri e ferocissimi.
“Quello che si compra l’iPhone sputa addosso alla miseria”;
“In Spagna fanno casino dalla mattina alla sera, mentre noi ce ne fottiamo e compriamo l’iPhone”;
“Eh, ma c’è crisi…e tu butti 800 euro per un cellulare?”
Eccetera, eccetera, eccetera.
Domanda: ma saranno caXXi di chi ha voglia di spendere 800 euro per un cellulare, se se lo vuole comprare?
Ma che ci frega se uno vuol comprarsi l’iPhone?
Che c’entra la crisi?
Uno con i propri soldini sarà libero di fare quello che vuole, o no?
Questa è una riflessione che ho fatto anche sulla mia fanpage Facebook, qualche giorno fa.
Credo sia abbastanza inutile prenderci tutti quanti in giro con finti moralismi, attaccando chi compra un iPhone, perché ormai è impossibile uscire fuori dal loop del consumismo (a cui siamo assuefatti e abituati).
Chi si fa la fila per l'iPhone e spende 800 euro in una botta sola non è diverso da uno che tutti i sabati e le domeniche, cascasse il mondo, va in discoteca e spende 100 euro tra locali e bibite; non è diverso da uno che sta azzeccato tutta la settimana davanti la tv a vedersi le partite di serie A B C Z spendendo un botto tra Sky, Mediaset Premium e abbonamenti per lo stadio; non è diverso da uno che va tutte le settimane in libreria e in fumetteria e spende una barca di soldi per leggere i suoi autori preferiti; non è diverso da uno che si va a vedere 50 concerti all'anno seguendo la sua band ovunque, fosse anche in Oceania; non è diverso da uno che cambia motorino e automobile una volta all’anno. E così via.
La passione è passione, oltre che un po' follia.
L’obiezione che fanno molti è che non si può paragonare l’emozione che dà un libro, un film o un’opera d’arte con l’acquisto di un oggetto come un telefonino.
Domanda: che ne sappiamo di come si sentono gli altri?
Possiamo parlare anche per gli altri, oltre che per noi stessi?
Secondo me, no.
Perché ognuno di noi ha le nostre manie.
Se un ragazzo che si è fatto il culo per un anno lavorando come uno schiavo a 500 euro al mese, conservando 100 euro al mese per comprarsi l’iPhone, chi siamo noi per dirgli che è un coglione?
O è solo un fatto di moda?
“Pubblico il link accazzo su facebook con il tipo che acquista l’iPhone con accanto l’immagine delle manifestazioni in Spagna, chè fa figo. Magari non ci credo nemmeno, ma va di moda parlare della crisi e quelli che si comprano l’iPhone sono l’esempio lampante dell’inutile spreco finanziario. E poi fa alternativo, farlo!”
O no?
Ps: ringrazio Marco Ferraris per il titolo di questo post. E’ lui il papà della frase lapidaria.
Pps: vi lascio in compagnia di Questo Video, che tratta lo stesso argomento ma da un'angolatura differente.