Il regista e sceneggiatore Mukunda Michael Dewil utilizza come punto di partenza la formuletta classica dell'uomo sbagliato nel posto sbagliato, resa celebre da Hitchcock con film magnifici come Il club dei 39 o Intrigo internazionale. Purtroppo Dewill non è Hitch e il suo film non va oltre questa ideuzza. Difatti la sceneggiatura, non solo presenta una serie incredibile di crateri e gira su sé stessa in continue ripetizioni o momenti di puro nulla, ma chiede anche tantissimi sforzi per accettare le assurdità e le forzatissime casualità che, guarda caso, capitano al nostro protagonista.
Paul Walker, il suddetto protagonista, nella sua modestia attoriale prova a cavarsela come meglio può. La costruzione drammatica del suo personaggio non aiuta in nessun modo - questa, tanto la cronaca, si concentra su un passato che comunque non vediamo - e la macchina da presa spiaccicata sulla sua faccia per quasi tutta la durata dà il colpo di grazia definitivo causando anche un certo imbarazzo all'attore. Il quale, dopo essersi giocato nel giro di pochi minuti entrambe le espressioni che gli riescono decide di assumerne solo una... quella buona per tutte le occasioni.
In definitiva NO. Troppo lento (nel senso di velocità della macchina), troppo ripetitivo, troppo primo piano di Walker e troppa staticità.
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