Le strade di Tunisi sono piene di donne.
Con il velo, vestite all’occidentale, in tailleur e ventiquattrore. Alcune fumano e bevono birra, sedute nei bar, altre parlano animatamente al telefonino. Sono state l’anima della rivoluzione e rappresentano il 51% della popolazione, nonchè il 60% dei laureati. Eppure fino ad ora sono state private dei loro diritti dal femminismo di facciata di Ben Ali- che in nome della lotta dei partiti islamici ha creato un ministero fasullo- senza figure competenti.
Oggi le donne a Tunisi sono rappresentate da Lilia Labidi, ministro degli Affari femminili, il cui compito è quello di combattere la discriminazione, favorire l’associazionismo e avviare programmi di formazione elle regioni interne, con corsi di informatica e qualificazione professionale.
“La Tunisia vive grazie al lavoro di donne impegnate nell’agricoltura e nell’artigianato, il cui operato non è stato mai premiato e valorizzato. Non da meno, tutte devono professare liberamente la propria religione, se vogliono. Basta divieti di indossare il velo ed esprimere la propria opinione”, è inoltre sempre Lilia Labidi a dichiarare ” Io conto sull’intelligenza del genere femminile”.
Personalmente noi non crediamo che l’intelligenza femminile non sia mai stata riconosciuta, anzi, “la donna intelligente fa paura proprio ad un uomo meno intelligente” e questo, in tutto il mondo, anche se le manifestazioni, probabilmente sono piu’ civili, ma sempre abbastanza subdole.
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