I consigli di classe sono finiti. Con le molte e sgradevoli vicissitudini che la ‘povna ha raccontato giorni fa con dovizia di dettagli, ma anche – grazie a una strategia accorta, cadenzata e preparata con impegno da fare invidia a Bismarck – con risultati mediamente accettabili, dai Merry Men.
La ‘povna – anche questo lo ha già detto – si è permessa così di tirare un sospiro di sollievo, provando anche, dopo settimane di insonnia pervasiva e galoppante, a dormirci finalmente su.
Aveva sottovalutato, però (purtroppo le capita spesso) la potenza del suo semiconscio, che le ha regalato, sì, è vero, alcune ore di beatitudine e sonno, ma si è permesso di aggiungerci le sue varie ed eventuali. Per quattro notti di fila dunque la ‘povna si è vista, sempre più trafelata e stanca, correre, correre, correre: a piedi, in bicicletta, in pattini, nuotando e persino con un po’ di volo; inseguita, sempre, ininterrottamente, per tutta la durata del sogno, armato di machete, dal professore Max Gazzè.
La ‘povna – che è sonnambula, seminarcolettica, e ha comunque da sempre un rapporto parecchio complicato con Morfeo e tutti i suoi annessi – si è svegliata, mattina dopo mattina, frastornata e un po’ perplessa. Perché va bene tutto, ma visto che Max Gazzè infesta già le sue mattine a sufficienza, almeno la sera, se per il semiconscio la fatica non è troppa, la ‘povna potrebbe anche fare a meno della sua compagnia senza soverchi sacrifici.
“Sceneggiatore, grazie, ma anche no!”.