La mia impressione è che Twitter sia ancora poco compreso dagli utenti italiani, specialmente da quelli saltuari/occasionali.
Il social network dei famosi 140 caratteri è diversissimo da Facebook, e spesso si ha l’impressione di parlare da soli, o di sparare insipide battute nel vuoto, sperando in un retweet fortunato. In particolar modo non mi piace la crescente ondata di sarcasmo “un tanto al kg” che sta colonizzando la Tweetsfera italiana. Mi pare semplicemente una cosa idiota e da esibizionisti*. Mi sbaglierò…
Tuttavia ci sono mille e uno modi per utilizzare questo social in modo più costruttivo e divertente.
Questa settimana, per esempio, sono nati ben tre hashtag, che ora vi presento e vi invito a utilizzare.
Innanzitutto, partiamo dalle basi:
Gli hashtag sono un tipo di tag utilizzato in alcuni social network per creare delle etichette.
Essi sono formati da parole o combinazioni di parole concatenate precedute dal simbolo # (cancelletto), inseriti come commenti alle immagini.
Chiaro e semplice, no?
Ottimi per indicizzare discussioni legate da un filo conduttore.
Detto ciò, veniamo alle nostre tre hashtag:
#autoresolitario
Da un’idea di Davide Mana. Il quale suggerisce che questo hashtag “venga utilizzato da chiunque voglia segnalare dei contenuti che riguardino autori autoprodotti e indipendenti.” (cit.) Non per tirarsela o per fare gli alternativi, bensì per farsi conoscere dal pubblico, che viceversa riceve input dai soliti quattro siti letterari prezzolati da note case editrici. Quindi arrangiamoci da soli.
Del tipo: tweet con il link alla recensione dell’ebook autoprodotto Aquila di Sangue**, seguito da #autoresolitario.
#storiadelcesso
Da un’idea di Germano M. (detto Hell Graeco). In pratica è l’iniziativa secondo cui ogni scrittore che lo desidera può raccontare, senza fronzoli o paturnie radical chic, come e perché ha iniziato a raccontare storie. A scrivere, insomma. Aggiungendo magari che, sì, quest’attività è una figata, ma è anche un dannato lavoro. Finché il concetto entrerà nella zucca di tutti. Quindi: tweet con il link alla vostra storia, seguito da #storiadelcesso.
#MusesOfMyBlog
Da un’idea mia. Hashatag dedicato a tutti coloro che hanno una o più Muse (o Numi tutelari) del proprio blog***. Attrici, cantanti, scrittrici/scrittori, modelle, chi più ne ha più ne metta. Se la Musa è iscritta su Twitter, evidentemente ama interagire. Quindi fatele sapere che esistete: con una dedica, un messaggio, una citazione letteraria, con un semplice saluto. Tutto ciò anche per far sì che non sia solo il sarcasmo e l’umorismo greve a regnare su Twitter. Un po’ di galanteria old style vi fa così schifo? Immagino di no. Quindi: tweet col vostro messaggio, seguito da #MusesOfMyBlog.
Questo è quanto.
Se vi servono, vi incuriosiscono, o se vi va di provare l’ebrezza di utilizzare un hashtag, ora ne avete ben tre da sperimentare.
Uno di utilità, uno virale, e uno divertente.
Vediamo un po’ di movimentare anche Twitter, ma facciamolo nel modo giusto.
Buoni hashtag a tutti.
* Che poi, di tweet ironici ne uso in gran quantità anch’io. Solo che c’è gente che apre i profili soltanto per fare del sarcasmo su TUTTO.
** Questo esempio contiene una pubblicità occulta. Troppo tardi: oramai avete cliccato sul link al mio ebook
*** Intendiamoci: quando parlo di Muse ne abbraccio anche il conseguente rispetto. Quindi si astengano tizi che vogliono ciarlare a proposito di mutandine bagnate, tette grosse e fantasie masturbatorie. Grazie.
- – -
(A.G. – Follow me on Twitter)
Segui la pagina Facebook di Plutonia Experiment