Venerdì del libro (180°): OCEANO MARE

Da Marisnew
Cara Lilli,

dopo un primo incontro abbastanza positivo con la scrittura di Alessandro Baricco (ti ho parlato di Novecento qui) ho voluto provare a conoscere meglio questo autore e ho affrontato uno dei suoi romanzi più famosi, insieme a Seta (che prima o poi leggerò), e cioè OCEANO MARE.

E proprio di questo libro ti voglio parlare per l'appuntamento odierno con l'iniziativa di HomeMadeMamma.
Baricco stavolta mi ha lasciata davvero perplessa. Il suo stile mi ha un pò infastidito, se proprio devo dirlo. Nel caso di Novencento ci ero passata su perchè la storia era così straordinaria, l'dea così affascinante che il resto passava quasi in secondo piano.
Anche nel caso di Oceano Mare c'è una storia (anzi, un'intreccio di storie) che ha un suo fascino, legata al mare pure stavolta come in Novencento.
Singoli brani presi qua e là posso dire che mi sono davvero piaciuti. Momenti di lettura intensi. Ma sono come immersi in un oceano (è proprio il caso di dirlo) di ricerca dell'originalità, dell'effetto-poesia a tutti i costi. E anche l'uso della punteggiatura è un pò  strano, eccessivo. O almeno questa è l'impressione che ho avuto io.
Nell'insieme non mi sento di promuoverlo. Non voglio neppure stroncarlo con una bocciatura definitiva. Lo rimando a settembre, diaciamo così.

La storia, come dicevo, ha come vero protagonista il mare. Il mare visto come una creatura viva. Il mare che può curare, guarire, redimere, ma anche uccidere. Il mare che racchiude segreti, che parla una lingua tutta sua, che non è misurabile.E questo è il lato bello del libro per me. La centralità del mare. L'assoluta straordinarietà del mare.I personaggi che si incontrano in una locanda sperduta su un tratto di costa vi arrivano in cerca di qualcosa: la guarigione psicofisica, la ricerca scientifica, l'amore estremo per l'arte, la redenzione dopo un peccato, la vendetta.L'aria che si respira in quella strana locanda, popolata da strani bambini,  mette un pò i brividi. Non necessariamente di paura. Di incertezza, di stupore anche.

Le premesse per un libro di cui innamorarmi ci sono tutte, ma all'atto pratico non mi ha convinto fino in fondo.
Se Baricco avesse scritto in modo un pò più normale (attenzione: ho detto normale, non banale!) credo che questo romanzo mi sarebbe piaciuto molto di più. Ma forse non sarebbe più stato un romanzo di Baricco.
Mi piacerebbe sapere se qualcuno che lo ha letto ha avuto le mie stesse perlplessità o l'ha amato alla follia o addirittura all'estremo opposto lo ha odiato.  "- Cioè…. vedete lì, dove l’acqua arriva…. sale sulla spiaggia e poi si ferma…. ecco, proprio in quel punto, dove si ferma…. dura proprio un attimo, guardate, ecco, ad esempio lì…. vedete dura solo un attimo e poi sparisce, ma se uno riuscisse a fermare quell’attimo…. quando l’acqua si ferma, proprio quel punto, quella curva…. è quello che io studio. Dove l’acqua si ferma.- E cosa c’è da studiare?- Be’, è un punto importante…. a volte non ci si fa caso, ma se ci pensate bene lì succede qualcosa di straordinario, di…. straordinario.- Veramente?Si sporse leggermente. Si sarebbe detto che avesse un segreto da dire quando disse - Lì finisce il mare."


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