Un ponte ideale tra l'arte veneta e fiamminga, anticipazione, fin dal Quattrocento, dell'Europa unita dai traffici commerciali e dalla creatività, simbiosi tra energia economica ed estetica. E' questo l'accento della mostra Venetian and Flemish Masters al Bozar di Bruxelles. La mostra propone capolavori provenienti da due collezioni tra le più importanti al mondo, l'Accademia Carrara di Bergamo e il Musée Royal des Beaux-Arts d'Anvers (KMSKA): una cinquantina di capolavori dei maestri veneti (Bellini, Tiziano, Canaletto) che "dialogano" con una quindicina di opere di pittori delle Fiandre (Van Eyck, Bouts, Jordaens). Una mostra ambiziosa che intende mostrare come le scuole fiamminghe e venete non esistano l'una senza l'altra. Venetian and Flemish masters illustrano quattro secoli di contatti e di influenze reciproche tra la Lombardia e le Fiandre, che hanno foggiato a loro volta non solo un lato cruciale dell'arte occidentale ma anche, in un certo modo, l'identità europea.
BELLINI E RUBENS - Giovanni Bellini si era confrontato con opere di Rogier van der Weyden, e viceversa; Peter Paul Rubens è noto per aver apprezzato le opere di Tiziano e Veronese. Questa diffusione di opere e collezioni sarebbe stata impossibile senza fecondi scambi marittimi, commerciali e politici tra il Nord e il Sud.
La Repubblica di Venezia aveva mantenuto con le Fiandre contatti regolari e frequenti nel corso di vari secoli, a differenza di altri territori italiani che avevano, invece, subito influenze più temporanee. Nel XV secolo pittori fiamminghi e veneziani si erano reciprocamente influenzati in uguale misura, ma le loro strade diventano poi divergenti con gli artisti delle Fiandre sempre più volti a un riferimento a Roma e alla tradizione pittorica di quella città per poi riscoprire nel XVII secolo, con Rubens, anche l'arte di scuola veneta.
QUATTRO SECOLI DI PITTURA EUROPEA - La mostra "Venetian and Flemish Masters" , presentata in quattro sezioni, accompagna lo spettatore attraverso quattro secoli chiave per la pittura europea (dal XV al XVIII secolo) e illustra i numerosi punti di contatto e di reciproca influenza coinvolti nei rapporti tra Bruxelles, Bruges, Anversa e Venezia in termini di formazione e di emulazione. Nel Quattrocento, con la nascita del ritratto e della pittura devozionale, saranno comparate le opere di Pisanello e di Giovanni Bellini con quelle di altri maestri come Rogier van der Weyden. Il Cinquecento, con paesaggi e opere devozionali, metterà a confronto opere di Tiziano, Palma il Vecchio, e del Veronese, con quelle dei loro colleghi fiamminghi; mentre il Seicento, con le illustrazioni di sacro e profano saranno accostate le opere di Rubens, del Padovanino e del Tiepolo. Infine il Settecento metterà a confronto il vedutismo di Canaletto, Francesco Guardi e Pietro Longhi con le opere degli artisti del nord.