Vedere un regista girare un film in un paese a lui straniero è un esperimento sempre molto interessante, poichè pur magari non capendo davvero l’essenza del posto, riesce a cogliere aspetti diversi da quelli solitamente mostrati e interpretazioni alternative di realtà estetiche codificate. Amir Naderi è abituato ad esperienze del genere, avendo ormai lasciato da anni l’Iran per trasferirsi negli Stati Uniti, dei quali ha dato un piccolo ma significativo compendio nell’ultimo suo film presentato alla Mostra qualche anno fa, Vegas: based on a true story.
La decisione di girare questo film in Giappone è nata dall’incontro del regista con l’attore protagonista, Nishijima Hidetoshi, il quale interpreta Shuji, un filmmaker squattrinato ma il cui amore per il cinema è sconfinato, tanto da fare “comizi” per le strade e organizzare proiezioni sul tetto di casa sua. Quando il fratello viene ucciso dalla yakuza per non aver ripagato i debiti contratti per permettere a lui di girare film, Shuji decide di assumersene la responsabilità, ripagando il debito lui stesso in una maniera a dir poco bizzarra.
Cut è un film sul cinema e fatto di amore per il cinema, tanto che Naderi arriva addirittura ad elencare, nel drammatico finale, 100 dei suoi film preferiti in corrispondenza di altrettanti….pugni. Si, perchè la moneta con la quale Shuji ripaga la yakuza è quella della violenza che si fa infliggere consensualmente, ogni pugno 10000 yen; la metafora è sicuramente forte e si ricollega a tutti gli appelli che il protagonista lancia durante il film sulla morte del cinema a causa dei grandi multiplex e delle major che producono solo pellicole commerciali.
Le più di due ore di durata così non vengono affatto giustificate: la ripetitività delle immagini è spesso esagerata e questo difetto è aggravato dalla mancanza di una qualsiasi evoluzione della storia. Il protagonista infatti prende pugni dall’inizio alla fine; di certo è un modo per assaltare lo spettatore diretto ed efficace, ma è al solo servizio della ripetizione estenuante di un unico concetto.
EDA