Venezia 71: “Red Amnesia” di Wang Xiaoshuai (Concorso)

Creato il 06 settembre 2014 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Anno: 2014

Durata: 110′

Genere: Thriller

Nazionalità: Cina

Regia: Wang Xiaoshuai

Wang Xiaoshuai è un regista scomodo in Cina. I suoi primi tre lavori gli hanno fruttato blocchi ed avversioni da parte delle autorità governative. Eppure Red Amnesia, terza pellicola della cd. Trilogia della Terza Linea, presente nel concorso, non pare così sovversiva da vari punti di vista. Pur se sulla carta il regista ha avuto il merito di creare una sceneggiatura sviante, conducendoci dentro un inizio che abbraccia tutt’altra direzione nel finale, offrendoci Deng (LÜ Zhong, brava ma non così eccelsa interpretativamente), vedova che vive la sua vita solitaria gestendo la madre in ospizio, ingrata ai suoi figli, ognuno con una propria vita così diversa dalla sua, il cui approssimarsi alla vecchiaia diventa sempre più ingombrante nel relazionarsi reciproco. Deng subisce all’improvviso una serie di chiamate silenti, e questa costante pressione telefonica, unita ad una presa d’atto della mancata sicurezza urbana di cui chi è solo e indifeso è il più esposto, destabilizzano sia lei che i suoi figli.

Un ragazzo dal cappellino rosso comincia a seguirla. Lo stesso che la macchina da presa fissa in varie abitazioni vuote, a riposo prima e dopo averle violate e derubate. Deng e la sua famiglia sono preoccupate, perché la minaccia di stalking telefonico si allarga anche a gesti che includono l’abitazione del figlio maggiore. Nello stato di confusione in cui Deng si trova le si palesa un nome, e una colpa che la donna si porta dentro da 40 anni… Quella colpa pian piano emergerà fino a rivelarsi, e a rivelarci nella dolce vecchina che abbiamo di fronte un’attivista e delatrice durante il periodo della Rivoluzione Culturale, che quando alla fine della stessa ha avuto l’opportunità di tornare insieme ai suoi a Pechino dall’entroterra montuoso dove vivevano molte famiglie cinesi sottoposte al ripopolamento e al lavoro in zone remote come operai (Terza Linea), non ha avuto alcuno scrupolo nell’usare la falsa delazione a scapito di un’altra che le sarebbe stata preferita, condannando quelle persone per sempre ad un isolamento esistenziale e alla povertà.

Red Amnesia purtroppo annoia, e per uno stile visivo molto piatto e inanimato, neppure minimale, dove la suspance iniziale non viene per nulla vitalizzata, e per una vicenda umana (la colpa che Deng non potrà mai scontare del tutto dentro di sé) che non riesce ad essere rappresentata narrativamente con forza anche storica, politica e sociale. Il canto visivo di un passato completamente cancellato dalla memoria della nuova generazione, e un mondo della vecchiaia incapace di unirsi al futuro, è sterile ed incolore, privo di una vera identità.

Maria Cera


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