Venezia 72: al regista Brian De Palma il premio “Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker 2015”

Creato il 13 agosto 2015 da Af68 @AntonioFalcone1

Brian De Palma

La Biennale di Venezia e Jaeger-LeCoultre hanno annunciato oggi, giovedì 13 agosto, il conferimento al regista statunitense Brian De Palma del premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker 2015 nel corso della 72ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (2-12 settembre), riconoscimento dedicato a una personalità che abbia segnato in modo particolarmente originale il cinema contemporaneo.
La consegna del premio avrà luogo il 9 settembre alle ore 21.30 in Sala Grande (Palazzo del Cinema), cui seguirà in prima mondiale, Fuori concorso, la proiezione del documentario De Palma (109’) di Noah Baumbach e Jake Paltrow, nato dalla frequentazione dei due registi con Brian De Palma per oltre dieci anni: una conversazione personale tra filmmaker, che racconta la carriera lunga sei decenni di De Palma, la sua vita, il suo processo creativo.

Con questo importante riconoscimento si consolida il significativo legame con la Mostra da parte di Brian De Palma, che al Lido ha presentato ben sette film, la prima volta 40 anni fa con Le due sorelle (Sisters) nella sezione Proposte di nuovi film (1975); in seguito, nel 1981, è stata la volta di Blow Out, nella sezione Mezzogiorno/Mezzanotte, nel 1987 de Gli intoccabili (The Untouchables), Evento speciale fuori concorso.
Nel 1992 Doppia personalità (Raising Cain) è stato il film di chiusura, in concorso, mentre nel 2006 Black Dahlia la pellicola d’apertura, sempre in concorso. Nel 2007 Redacted, in concorso, venne premiato col Leone d’argento e nel 2012 venne presentato Passion, in concorso.

Nato nel 1940, Brian De Palma nel corso degli anni (esordì nel 1969 con Wedding Party, Oggi sposi, dopo aver diretto alcuni cortometraggi) ha rivelato una particolare abilità nell’abbracciare diversi generi (commedia, horror, gangster movie, fantascienza, film di guerra, thriller psicologici), caratterizzandoli però con un tocco personale sempre distinguibile (i particolari piani sequenza, l’impiego della soggettiva volta a cercare uno sguardo “complice” nello spettatore), riallacciandosi, forse idealmente, allo stile proprio di Alfred Hitchcock, così come di altri autori, all’insegna tanto di una certa libertà formale quanto di un ricercato sperimentalismo, suddividendosi equamente fra innovazione e richiami alla tradizione.


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