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Venezia, Barbera assicura: ''Non sarà una Mostra quaresimale'' (adnkronos)
Creato il 26 agosto 2013 da Nicoladki @NicolaRaianoBarbera non rinnega, comunque, i 'doveri' di un festival del cinema: "I film d'autore, anche estremi e radicali, comunque ci sono, abbiamo fatto anche scelte coraggiose, poi capiremo se incoscienti o meno. Se un festival del cinema non sostiene gli autori che si spingono un po' più in là viene meno al suo dovere, se non noi chi? Poi ci sono opere con altri toni, come il film di Gianni Amelio, 'L'intrepido', che pur sullo sfondo di problemi complessi e drammatici propone una sorta di ottimismo programmatico".
Resta invece sostanzialmente vuota la casella della commedia ma secondo Barbera piu' che di una scelta l'assenza e' frutto della mancanza di materia prima: "La commedia è il genere piu' difficile da fare, o e' ben scritta e ben recitata oppure non funziona. Non è che non vogliamo commedie a Venezia, è che non le troviamo, magari ce ne fossero di commedie brillanti efficaci da portare alla Mostra. Anche fra le cinematografie emergenti non ho visto segnali ricuoranti in questo senso", lamenta Barbera.
Altra cosa che manca in questo festival, almeno per ora, sono le polemiche e quando glielo si fa notare Barbera ride soddisfatto e poi pesa con cura le parole: "Ho messo molta attenziane a costruire percorsi che evitassero le trappole della polemica perché la polemica è nemica della fruizione corretta della Mostra: eaalta in maniera abnorme alcune cose a detrimento di quello che conta. Ho cercato di smussare a priori tutte le occasioni di querelle". Per cancellare la polemica dal vocabolario della Mostra bisognerà comunque aspettare la fine di questa edizione, memori di quella precedente della quale "ricordo ancora come un incubo -aggiunge Barbera- la polemica sul fatto che nessun riconoscimento importante fosse andato a 'Bella Addormentata' di Marco Bellocchio, come se fosse una colpa non premiare un film italiano. A Venezia prescindiamo volutamente da qualsiasi forma di provincialismo, gli italiani debbono misurarsi alla pari con gli altri".
A misurarsi alla pari, in concorso, ci saranno quest'anno per la prima volta anche i documentari e precisamente 'The unknown known' di Errol Morris e 'Sacro GRA' di Gianfranco Rosi: ''Era un muro da abbattere e lo abbiamo abbattuto -spiega soddisfatto Barbera- alle scuole di cinema si insegna che fin dalle origini il cinema si divide in due filoni separati, realta' e fantasia, con i fratelli Lumiere e con Melies, ma oggi questa distinzione drastica non ha piu' senso, entrambi hanno imparato a usare materiali e stilemi dell'altro, ed i documentari hanno una tale carica di creativita' da non avere nulla da invidiare al cinema di fantasia. Abbiamo semplicemente preso atto che le cose sono cambiate e abbiamo voluto dare un segnale forte. Nel caso particolare, poi, bisogna dire che sono documentari talmente straordinari da appassionare al pari di un film di finzione".
Nel cartellone di Venezia, che "riflette per quanto possibile la realtà attuale del cinema", spiccando due cinematografie nazionali, "quella statunitense e quella inglese, non a caso quasi la meta' dei film in concorso parla inglese", sottolinea Barbera, spiegando che "il cinema Usa è tornato a essere una delle cinematografie più interessanti, dopo un decennio di uso smodato degli effetti speciali sembra che gli americani abbiano imparato a servirsene invece di essere al loro servizio. Poi c'è la ricerca stlistica, linguistica in corso negli Usa al di fuori di Hollywood, la rinascita del cinema indipendente complici le nuove tecnologie digitali che abbassano i costi e danno piu' spazio ai giovani autori". Tutto questo con una peculiarita' emersa negli ultimi anni: "pensiamo al caso di James Franco, attore straordinario ben inserito nel sistema hollywoodiano che e' anche regista estremamente prolifico di ottimi film a basso costo, scrittore e produttore, secondo un modello di factory alla Andy Warhol. Sempre più spesso il cinema indipendente Usa vede in campo registi e attori che traggono popolarità e risorse dal sistema hollywoodiano per investirle altrove"
Quanto alla cinematografia inglese: "a Londra ho visto dieci film in due giorni e tutti, assolutamente tutti sarebbero stati ottimi per Venezia, in concorso o meno. E' un cinema vitalissimo, che si tiene all'ombra di Hollywood ma mantiene caratteristiche sue, specifiche", aggiunge Barbera che, al di la di quanto e' stato selezionato per la Mostra, spezza infine una lancia per il cinema dell'America del Sud: l'area geografica da cui quest'anno ho visto arrivare piu' novita' piu' autori destinati a crescere e' il Sud America. Nazioni come il Costarica, il Guatemala, il Venezuela, dove il cinema non ha grandi tradizioni propongono film di qualita' di giovani autori preparatissimi. Una sorta di nouvelle vague sudamericana che è agli inizi e che bisogna tenere d'occhio".
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