http://video.repubblica.it/luce/spettacoli/me-ne-frego-il-fascismo-e-la-lingua-italiana/176116/174765
C'ERA una volta un'Italia in cui si andava non a Courmayeur ma a "Cormaiore", i vestiti con le paillettes si chiamavano "allucciolati" e per aperitivo al posto del cocktail si beveva l'"arlecchino". Nelle riviste teatrali cantavano "Vanda Osiri" e "Renato Rascelle". E in platea applaudiva la "clacche", sicuramente più energica della vezzosa claque. Era il paese di Mussolini, artefice di un folle progetto di autarchia linguistica. Via le parole straniere da insegne e pubblicità, al bando gli esotismi a scuola e nei dizionari. Oggi dovremmo dire 'MELA' e non APPLE 'TOPO' e non 'MOUSE''PUBBLICIZZARE' invece di 'BANNARE' 'Maglia invernale' invece di 'golf'E via dicendoE anche ......L’ omeletteLa crêpe Le champagneDejà vúLe manicure-manucure Le pedicureChapeau!Le charme (fascino) Le camionPardonLe garageLe dessertLe découpageLa briocheLe croissantLa boutiqueLa limousineLa cycletteLe tapis-roulantLe papillonLa toilette
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