Venezia, sulle grandi navi la procura apre un’inchiesta – Rassegna Stampa D.B.Cruise Magazine

Creato il 19 novembre 2012 da Dreamblog @Dreamblog

Dopo gli esposti ambientalisti. Nel muro contro muro tra comitati e autorità portuale s’inseriscono i magistrati. Già svolti i primi accertamenti

Hanno salutato i crocieristi in partenza con il gesto dell’ombrello e perfino mostrando il loro «lato B». Hanno scandito slogan del tipo «big ship you kill me», cioè «grande nave, mi uccidi», e l’ultima protesta l’hanno riservata alla mega- nave della Costa Crociere che ha fatto capolino in laguna domenica scorsa, proprio nei minuti in cui la marea saliva, saliva, saliva, fino a toccare quota 149 centimetri. Ma i comitati cittadini che hanno aperto una vera e propria guerra alle grandi navi da crociera, da mesi non solo protestano: scrivono anche, e tanto. E proprio a partire da uno dei loro esposti con allegato dossier, la procura della Repubblica di Venezia ha deciso di mettere nel mirino i «grattacieli del mare», quei colossi dai quali si vede piazza San Marco dall’alto del ponte e le cui immagini da sempre — ben prima della follia di Schettino all’isola del Giglio—fanno il giro del mondo. Per ora si tratta di un fascicolo conoscitivo, senza indagati. Ad aprirlo è stato il procuratore aggiunto di Venezia Carlo Mastelloni, che poi lo ha affidato al pm Giorgio Gava, che già aveva indagato sulle navi da crociera alcuni anni fa e che ha anche sostenuto l’accusa contro l’ex assessore regionale all’Ambiente Giancarlo Conta nel processo per lo smog in Veneto: processo che si concluse però con l’assoluzione del politico del Pdl, mentre il precedente fascicolo sulle navi, che puntava sull’ipotesi del danneggiamento delle rive per il moto ondoso, era stato archiviato perché quel reato è previsto solo come doloso.

Questa volta invece l’obiettivo è l’inquinamento delle grandi navi. I dossier di associazioni e comitati — Ambiente Venezia, Medicina Democratica, Gabriele Bortolozzo, Comitato No grandi navi—sono corredati da una sfilza di numeri e foto in cui si vedono uscire dai camini delle navi dei fumi neri come il carbone. E oltre a chiedere a tutti gli enti pubblici coinvolti — dal governo agli enti locali, dall’Arpav all’Usl, dall’Autorità portuale alla Soprintendenza — di intervenire, hanno chiesto anche alla Procura di indagare. Cosa che Mastelloni e Gava stanno facendo, anche se c’è il più stretto riserbo sulle prime iniziative investigative già messe in atto dopo l’estate. «Era ora», commenta uno dei portavoce delle associazioni, Luciano Mazzolin. A portare all’apertura del fascicolo era stato infatti l’esposto inviato a luglio, ma proprio ieri il dossier è stato aggiornato alla luce della campagna di monitoraggio effettuata dall’Arpav tra il 10 febbraio e il 18 marzo e tra il 5 maggio e il 13 giugno alle centraline di San Basilio (cioè l’area portuale) e Sacca Fisola.

Monitoraggio che assolverebbe le crociere, rilevando che solo biossido di azoto e Pm10 sono sopra il limite di legge: il primo del 20 per cento come media annua, mentre il secondo nel periodo invernale sforava i limiti 20 giorni su 35.Ma i comitati criticano il posizionamento delle centraline: «Sono del tutto inadeguate, dato che i venti prevalenti (bora e scirocco, ndr) spirano quasi sempre verso altre direzioni», hanno scritto, ricordando inoltre che non ha senso fare medie giornaliere o annue, perché quando arriva la nave c’è un picco enorme. E oltre a ricerche che collegano smog e tumori e alla suggestiva denuncia che «una nave inquina come 14 mila macchine», citano anche uno studio croato secondo cui i danni ambientali calcolati nel 2007 nel porto di Dubrovnik sono stati circa 270 milioni di euro, a fronte di un beneficio economico di meno di 40 milioni. La strada penale è però stretta e non facile, anche perché dall’altra parte Vtp ha interpretato quei dati proprio come la dimostrazione che non c’è alcun problema. «Il dossier del Porto di alcuni mesi fa aveva già alcuni studi dell’Arpav che smontano le accuse di chi fa terrorismo», dice da sempre Sandro Trevisanato, presidente di Vtp, la società che gestisce il porto turistico. Società che corre, visto che il recente bilancio parla di 33 milioni di euro di ricavi e 1,8 milioni di passeggeri nel 2012, in crescita come avviene da un decennio.

Fonte: Corriere del Veneto

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