Anno: 2012
Durata: 100′
Genere: Drammatico
Nazionalità: Italia
Regia: Salvatore Mereu
Caterina (Sara Podda), undici anni, vuole fare la cantante e fuggire dal brutto quartiere nel quale lei e la sua famiglia, sono costretti a vivere. Il padre è un fannullone, traditore e “pezzemmerda”, non ha a cuore né i figli, né la moglie, ma solo il porno e se stesso. La madre, d’altro canto, non può seguire tutti, nonostante faccia del suo meglio. Cate ha quattro fratelli e due sorelle, non prende a modello nessuno di loro, e sicuramente non sua sorella maggiore, incinta a 13 anni; ha una grande amica, Luna, con la quale condivide le sue giornate.
Bellas Mariposas segue un giorno di vita della protagonista, nello specifico il 3 agosto, data in cui Gigi, suo vicino di casa, nonché suo grande amore, rischia di morire per mano del più violento dei fratelli di Cate, Tonio.
Tratto dal racconto breve di Sergio Atzeni, un cult in Sardegna, Salvatore Mereu porta sullo schermo uno spaccato della vita di Poi, un difficile quartiere cagliaritano, e lo fa tentando di conservare il tratto stilistico particolarissimo di Atzeni. Elemento dominante del film è la tecnica con cui si sviluppa il racconto: la giovane protagonista volge lo sguardo direttamente in macchina, raccontando a noi, il suo pubblico, tutti i retroscena umani e disumani del suo condominio. Tutto filtra attraverso gli occhi di un’adolescente, la quale, nonostante possieda una lucidità disarmante nel comprendere le situazioni che la circondano, conserva una genuinità che appartiene solo a quella età e che il brutto quartiere e la sua famiglia non sono riusciti ad intaccare.
Un film, Bellas mariposas, che, nonostante si prolunghi nel finale, perdendo un po’ della sua originalità, non può non essere distribuito; ci auguriamo dunque che la 69° Mostra di Venezia, premi il coraggio di Mereu e gli porti fortuna.
Valentina Calabrese