Anno: 2012
Durata: 128′
Genere: Drammatico
Nazionalità: USA
Regia: Mira Nair
“Penso di essere stata messa al mondo per raccontare queste storie”. Esordisce così la regista Mira Nair, già vincitrice nel 2001 del Leone d’oro per Monsoon Wedding, alla presentazione del suo ultimo film, The Reluctant Fondamentalist, che apre ufficialmente la 69° Mostra del Cinema di Venezia. Difficile darle torto data la sua posizione privilegiata: nata in Pakistan ma trasferita presto negli Stati Uniti, Mira Nair ha potuto studiare e vivere il cosiddetto sogno americano, conservando però la cultura pakistana tradizionalista, tramandatagli dal padre. Il suo percorso di vita l’avvicina a quello del suo protagonista, il giovane professore Changez Khan, (Riz Ahmed), finito nel mirino della CIA che lo accusa di essere un militante terrorista, e, ancora peggio, di formare altrettante reclute fondamentaliste. La storia di vita di Changez, piena di risvolti inaspettati, è raccontata da lui stesso al giornalista Bobby Lincoln (Liev Schreiber) di fronte a una tazza di tè. Il giovane Changez svela così la sua vita, raccontando di come ha vissuto il sogno americano, laureandosi a Princeton, diventando un fenomenale analista finanziario a Wall Street e di come ha conosciuto una donna americana, Erica (Kate Hudson), artista con un passato tragico alle spalle, con cui condivide un tratto del suo cammino. Tutto questo accade sullo sfondo dell’attacco dell’11 settembre, arrivato a sconvolgere le vite di tutti, in particolare quella di Changez che, da quel momento, percepisce sulla sua pelle il peso della xenofobia americana, fino a quel giorno invisibile ai suoi occhi. Dopo vari attacchi ed umiliazioni personali, il protagonista sente di non appartenere più a quel luogo e a quel sogno e di doverne invece creare uno in Pakistan, nella sua terra. L’insegnamento gli sembra il modo migliore per farlo, ma la CIA, male interpretando le sue intenzioni, lo accusa di essere il colpevole del rapimento di un suo collega, un docente americano.
Dotato di una trama complessa, ma ben sviluppata, The Reluctant Fundamentalist, tratto dal romanzo omonimo di Mohsin Hamid, è un tentativo di analisi abbastanza approfondito di due mondi, quello americano e quello islamico, caratterizzati dai loro pregiudizi e preconcetti. Il motore che avvia il terrorismo non è altro che quello che avvia il capitalismo americano; entrambi sono insediati da un fondamentalismo estremo, che sia quello religioso o quello economico poco importa perché entrambi mietono troppe vittime. Il protagonista Changez fa parte di questo processo, raggiungendo però la consapevolezza di volersene distaccare, insegnando ai più giovani a non farsi accecare dall’odio e a vedere nel dialogo la luce di un sogno pakistano.
Tecnicamente ben diretto, The Reluctant Fundamentalist è un buon prodotto artistico, nonostante l’11 settembre sia un tema già da molti utilizzato. Poco sviluppato però l’aspetto religioso che non può essere solo di contorno in un racconto come questo, in cui politica e religione vanno avanti di pari passo. Infine il team di attori ha dato una buona prova, in particolare il protagonista Riz Ahmed, perfetto nel suo ruolo, aiutato anche dal fatto di aver vissuto proprio sulla sua pelle una storia come quella rappresentata.
Valentina Calabrese