“I divi ci saranno” ha confermato il direttore Alberto Barbera. “Sono giovani attori che neppure conosco” ha poi aggiunto. Viva la sincerità. Ma di fianco a svariate new entry, spesso provenienti dal mondo delle serie tv, ci saranno anche vecchie glorie che “valgono il prezzo del biglietto”. Vediamo quindi di fare un po’ il punto della situazione, o quasi…
Il più atteso di tutti è Al Pacino, in concorso con Manglehorn di David Gordon Green e fuori concorso con The Humbling di Barry Levinson. Ci sarà poi quella gran donna splendida settantenne di Catherine Deneuve, protagonista di 3 Coeurs di Benoit Jacquot, affiancata da Chiara Mastroianni (presente anche in La racon de la gloire di Xavier Beauvois) e Charlotte Gainsbourg (protagonista anche dell’uncut di Nymphomaniac di Lars Von Trier).
Ma a scaldare subito il pubblico ci penseranno alla serata d’apertura Michael Keaton e Edward Norton, protagonisti di Birdman di Inarritu. Sul tappeto rosso con loro la giovanissima e precocemente idolatrata Emma Stone accompagnata dal boyfriend Andrew Garfield, a sua volta al Lido col film in concorso 99 Homes di Bahrani. Quando la Biennale funge anche da agenzia “matrimoniale”…
Grande attesa anche per Ethan Hawke (Good Kill di Andrew Niccol), Viggo Mortensen (Loin des hommes di Oelhoffen), Owen Wilson (She’s funny that way di Bogdanovich). Ma soprattutto come dimenticare quel mattatore di James Franco, habitué del Lido, quest’anno regista e interprete di The sound and the Fury.
Tra gli assenti illustri la bella (e sopravvalutata) Jennifer Aniston, protagonista del film di Bodganovich.
Dando un doveroso occhio agli italiani presenti sul red carpet, ci saranno Elio Germano, il Giacomo Leopardi del film di Martone, Riccardo Scamarcio e Valerio Mastandrea per Pasolini di Abel Ferrara, Alba Rorhwacher per Hungry Hearts di Saverio Costanzo. Nelle sezioni “collaterali” qualche urletto potrebbe arrivare per Luca Zingaretti (Perez di Edoardo De Angelis), qualcosa in più invece per Pierfrancesco Favino (Senza nessuna pietà, esordio alla regia di Michele Alhaique).
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