I nostri ragazzi può senza dubbio essere considerato uno dei migliori film drammatici italiani degli ultimi anni. Intenso e passionale, ma mai sopra le righe, sa mantenersi sotto la linea della retorica e per questo arriva con forza a compiere un transfert personaggio/spettatore che raramente troviamo in un film, soprattutto italiano. I nostri ragazzi è un film riuscito, più maturo e stratificato de Gli equilibristi, il quale cedeva al patetismo con un finale consolatorio. Stavolta De Matteo non fa sconti, e il finale arriva brusco, irruente e inaspettato a chiudere un dramma che ci aspettiamo prosegua ancora, in attesa di un punto d’incontro che metta d’accordo tutti, genitori e figli.
Un film. Quanto insegniamo ai nostri figli, quanto riusciamo a capirli, ma soprattutto quanto “male” siamo capaci di fare per il loro “bene” (apparente).
I nostri ragazzi è quindi un bel film sull’educazione e la comprensione, sull’essere figli ma anche e soprattutto sull’essere genitori, sempre incerti su quale sia il vero bene per i loro figli. Un’opera tesa, non un drammone fine a se stesso, che va oltre le note nevrosi mucciniane o morettiane, che suscita domande e nega le risposte, che ci pone una questione morale senza farci la morale. Un film che dovrebbero vedere quelli che oggi sono i figli, per evitare, quando sarà il loro turno, di commettere gli stessi eventuali errori commessi dai loro genitori…
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