“Le attività minerarie sono un grande problema nei nostri territori” ha dichiarato un portavoce Arekuna a Survival International. “I minatori estraggono le ricchezze del nostro territorio, la terra ci sta chiedendo aiuto. A causa delle attività minerarie, i nostri fiumi si stanno prosciugando. Dobbiamo prenderci cura della natura; se non lo faremo, tutto il pianeta ne soffrirà.”
I fiumi sono contaminati dal mercurio utilizzato per estrarre l’oro: questo metallo velenoso entra nel cibo e nelle risorse idriche degli indigeni devastando la loro salute. Le bande, inoltre, si sono infiltrate in alcune comunità indigene e hanno portato prostituzione e alcolismo. Uno studio ha rilevato che la maggior parte delle donne indigene che vivono lungo il fiume Caura, in Amazzonia, ha livelli di mercurio superiori al limite dettato dagli standard internazionali, e che un terzo delle donne corre il rischio di dare alla luce bambini con malattie neurologiche.
Gli indigeni hanno criticato duramente l’esercito venezuelano per la sua inerzia nel contrastare l’estrazione illegale e per aver creato un “clima di terrore e paura”. È noto inoltre che alcuni ufficiali sono coinvolti nel traffico illegale di oro.
Sebbene la costituzione venezuelana sancisca il diritto indigeno alla terra ancestrale, pochi popoli si sono visti riconoscere la proprietà dei loro territori e il governo ha annunciato che aprirà vaste aree della foresta amazzonica – tra cui anche territori indigeni – alle attività estrattive.