Venezuela: la terra dorata distrutta

Creato il 14 settembre 2014 da Sabino

Il Venezuela è uno dei paesi più affascinanti dell' America Latina. E' un paese ricco, in molti sensi..terra e petrolio in primis. Ma cosa accade quando arrivi in terra venezuelana? Da quello che ho letto lo stato d'animo che si avverte una volta giunti nel paese è un forte senso di insicurezza.  Pensate che la rivista The Economist afferma che il Venezuela occupa il secondo posto nella classifica mondiale dei Paesi più poveri, tra Macedonia e Iran. Con la morte di Chavez si è sicuramente chiuso un periodo di forte instabilità del paese, ma credo anche che questo periodo di grandissima incertezza andrà avanti ancora per molto tempo. In 14 anni di presidenza di Chavez il Venezuela è diventato ancora di più un paese insicuro, le promesse di Chavez di fare del paese un paese migliore dove la povertà assoluta della maggior parte del popolo è appena migliorata. L’industria agroalimentare, che è diventata un monopolio dello Stato, produce appena un 40% delle necessità della popolazione, mentre il resto s’importa. Il Venezuela da diversi anni ha l’inflazione più alta del mondo (una media di 25% all’anno) e durante i governi di Chávez il bolívar, la moneta locale, è stata svalutata ben sei volte. I giovani talenti emigrano verso gli Stati Uniti e l’Europa per mancanza di opportunità e per la crescente insicurezza. leggevo l'intervista di un cittadino venezuelano, e alla domanda perchè andare via dal suo paese, ha risposto cosi':
"Guardatevi intorno: strade piene di buchi e dossi, montagne di spazzatura accumulata, acque nere che spurgano dai tombini e lungo le strade, autostrade prive di guardrail ed illuminazione, zone industriali quasi completamente ferme, qualsiasi forma di commercio paralizzata. Oggi il Venezuela è un paese abbandonato, distrutto, sporco e buio. Questo generale degrado è ormai più che chiaro agli occhi di tutti i venezuelani che si vedono costretti ad interminabili code per comprare cibo per i propri figli, se non anche per rivenderli, sempre che non importi loro perdere ore aspettando il proprio turno persino per comprare quattro stracci in uno dei negozi presenti nel centro commerciale Sambil. Quando un popolo baratta la propria dignità per un piatto di lenticchie, significa che si è ormai fottuti.
Succedono sempre più cose strane e ormai sappiamo che chiunque si rifiuti di viverle è anche chi sta preparando i bagagli pronto ad abbandonare il paese, certo che dovranno trascorrere moltissimi anni prima che la situazione si sistemi. Coloro che invece si adattano, accettano, si conformano, sono quelli che al contrario fanno sì e permetteranno che questa situazione continui.
Quanti più venezuelani in grado di ribellarsi alla sottomissione e all’umiliazione quotidiana imposte dalla dittatura ci saranno, quanta più gente non sarà più disposta a sprecare il proprio tempo in code di ore per comprare un litro di latte e sentirsi dire di non poterlo avere per il fatto di aver già acquistato altro latte nel corso della stessa settimana, quanto prima si uscirà da questa atroce situazione.
La formula è quella del libretto di razionamento cubano e sappiamo ormai molto bene quanti morti di fame ci siano a Cuba.
Come possiamo abbassare la testa ed omologarci a vivere un’esistenza così caotica, dovendo affrontare code infinite, rischi costanti, attese insopportabili persino per ottenere un documento o ottenere qualsiasi forma di permesso. Questo controllo assoluto ha portato ad un’inefficienza assoluta.
C’è corruzione anche quando si ha la necessità di fare un passaporto (un diritto di ogni cittadino, che il governo dovrebbe oltretutto rilasciare a titolo gratuito), tanto è vero che se si desidera ottenere questo documento bisogna regalare ai vari funzionari fino a 25.000 bolivares.
Un paese dove le code esistono persino per partorire (famoso e triste il caso della poveretta che aveva dovuto partorire sul marciapiedi fuori dall’ospedale) e paradossalmente anche per chi muore, già che non c’è pace nemmeno per chi passa a miglior vita e non ci sono né sepolcri e urne disponibili né gas o forni crematori perché l’impresa della Guayana che seguiva queste attività è fallita.
Un paese dove non ci sono più automobili, cibo, dollari, né biglietti aerei.
Qualsiasi forma di commercio è impensabile per via delle scelte a cui bisogna sottostare, alle ispezioni senza ragione, alle multe continue ed ingiustificate.
Le poche imprese che resistono sono sotto del 40% a livello produttivo.
Nessun servizio pubblico funziona, che sia l’elettricità, il gas, l’acqua, i trasporti, la sanità o l’istruzione. La cosa peggiore è che l’inettitudine si accompagna al fanatismo ed il governo ci giura che i medici cubani sono il meglio del meglio, che la collezione del bicentenario supera di gran lunga l’enciclopedia britannica e che il popolo sopporta e supporta il chavismo e tutto questo orrore perché “Chavez vive e la lotta continua”.
Di come un paese ricco come il Venezuela sia arrivato a tali estremi bassissimi si spiega solo quando si vede la qualità della gente che sta conducendo il nostro paese. Gente che non solo non capisce le motivazioni per cui il popolo si lamenta, ma osteggia persino il diritto di protesta dei cittadini indignati per la tanta, troppa, sofferenza causata da un pessimo governo. Vigliacchi più preoccupati dalle intenzioni violente del popolo che dai suoi diritti o desideri più che legittimi di poter riavere indietro una vita decorosa nel proprio paese.
Inefficienza totale e corruzione, una corruzione mai vista prima.
Questo è oggi il Venezuela”.
Tratto da: Foro Noticiero Digital


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