“Sai, credo che alcune cose si possano riassumere in dodici righe” (il resto lo trovate anche qui: http://dodicirighe.wordpress.com/2012/08/29/primedodici/)
Eccomi ancora qui, cari amici. Ventiquattro mesi, dodici righe, due anni (alcuni numeri legati alla mia età, per i fanatici delle coincidenze di questo tipo). Così avevo esordito quel pomeriggio di Agosto, davanti ad un pc, in canottiera senza maniche, pantaloncini e con in mano un cuore che viveva strani giorni.
Mi vengono in mente tutti i momenti in cui ho timore di aver perso l’ispirazione, quando non scrivo e i giorni senza niente diventano più del “solito”. Poi mi rendo conto che non esiste un “solito”, che il vuoto mi ispira ed è mio amico, che per come sono fatto scrivo quando mi viene e basta. E la paura va via.
Sono passati due anni dall’inizio di questo blog. I lettori sono aumentati, qualcuno è andato via (ad es. Masticone dove sei??), qualcuno è rimasto. Sono contento che ci sia un’interazione tra di noi, che non sia solo un mio esprimermi e basta.
Grazie a tutti gli amici blogger!
Ci sono persone che non ho mai ringraziato, e persone che ho già ringraziato. Persone legate a questo blog, o legate alla mia vita di tastierista di emozioni (strumento non musicale ma informatico, nda). Non è una lista esaustiva, come sempre, ma io vado comunque. Ed eccomi qua.
Vorrei ringraziare J., senza la quale questo blog non sarebbe nato. E che continua a non saperlo. Ringrazio A., per avermi regalato l’agendina dove ho cominciato a scrivere senza sapere che sarebbero state dodici righe. Ringrazio Mousaios-Tardoromantico, mio primo blogger di riferimento di decenni fa che mi ha aiutato a capire come il web potesse regalare emozioni e a cui devo molto. Ringrazio i SOAD che mi aiutarono a scegliere il titolo del mio primo blog. Ringrazio M., unico lettore a cui permettevo di entrare nel mio blog privato, compagno quasi quotidiano. Ringrazio L. per esserci sempre. Ringrazio D., per avermi ispirato qualche racconto di passaggio e che comunque continua ad abitare nelle mie terminazioni nervose. Ringrazio V., per aver fatto parte dei miei pensieri adolescenziali. Ringrazio E., per avermi purtroppo fatto fare il cattivo. Ringrazio G., perché ero un bambino. Ringrazio N., per la scossa che mi ha dato. Ringrazio M., perché ha fatto nascere e morire tante cose, causa e conseguenza di tanto. Ringrazio la mia famiglia, per tutto. Ringrazio Guccini per avermi insegnato a trasformare le parole in immagini. Ringrazio Boll per il suo “Opinioni di un clown” che mi ha fatto compiere il passo e per avermi insegnato l’amore struggente. Ringrazio “Seta” di Baricco per l’amore delicato che mi ha insegnato a comunicare e lo stile. Ringrazio i miei amici che mi leggono (le iniziali sarebbero troppe qui) e tutti quelli che non conosco e continuano a farlo. Ringrazio coloro che mi ispirano senza saperlo, quelli che non mi sopportano e mi aiutano a migliorare o peggiorare.
Questo sono io a due anni dall’inizio del blog. Questi siete voi. Questi siamo noi. E spero che continueremo in questo scambio di emozioni e spero di continuare a regalarvi un piccolo brivido o un semplice tic quando leggete le mie righe.
Concludo con una frase del Guccio che mi accompagna spesso: “E quel vizio che ti ucciderà non sarà fumare e bere, ma qualcosa che ti porti dentro cioè vivere, vivere e poi, e poi vivere”.
E aggiungo, in fondo al post e nella playlist, una canzone che vorrei dedicare. Senza aggiungere destinatari precisi.
A presto e grazie di cuore a tutti voi!
Il vostro Curi