Veonegi
Durante un periodo di soggiorno ad Isolabona, pittoresco villaggio della val Nervia, fui informato dai contadini di alcuni ritrovamenti archeologici per caso avvenuti nella località detta Veonegi, in occasione di lavori agricoli. Recatomi sul posto, dopo oltre un ora si ripida salita, fui condotto alla sommità della collina che sovrasta il paese ad un'altezza di circa 500 metri, onde si apre uno splendido panorama verso il mare allo sbocco della val Nervia. La posizione sembra la più adatta per la presenza quivi di uno dei numerosi oppida o castella romano-liguri che anche nella Riviera francese coronano spesso le vette delle montagne coi loro muri di cinta in pietra a secco: un abitato in questo luogo permetteva in realtà alla popolazione di sorvegliare in modo splendido l'accesso alla valle. Mentre, percorrendo le lunghe file dei vigneti lungo i fianchi della collina, cercavamo di identificare il luogo preciso ove erano avvenuti i ritrovamenti segnalati, il mio occhio cadde su due pezzi di pietra lavorata, appoggiati a una pertica di una vigna, che apparvero subito i due elementi essenziali di una primitiva macina da grano.
Con queste parole André Cane, storico originario di Isolabona e forse uno dei più grandi storici della Costa Azzurra, inizia il suo racconto dal titolo Isolabona: scoperta di una macina romana, un breve saggio pubblicato nel 1937 sulla Rivista Ingauna e Intemelia alle pp. 81-83 edita dall'Istituto di Studi Liguri oggi diretto da Daniela Gandolfi.
Qualche giorno fa ho ricevuto la comunicazione da Andrea Eremita, ricercatore e studioso degli insediamenti romanici in val Nervia, che aveva ultimato e pubblicato il suo ultimo articolo dal titolo Vicende lontane legate alla scoperta di una necropoli di età romana imperiale in località Veonegi ( Isolabona ). Nell'articolo Eremita ripercorre gli studi fatti in questo sito, studi da lui intrapresi grazie all'incoraggiamento proprio di André Cane che conobbe sul finire degli anni ottanta. Ho trovato molto interessante l'articolo e soprattutto la frase finale della e-mail di Eremita:
Quanto prima seguirà un secondo articolo nel quale tratterò le ragioni che hanno portato alla nascita dell'insediamento in quell'area e il perché dell'importanza che assume il ritrovamento della pietra ollare.
Vi lascio all'articolo scritto da Eremita, qui potrete leggere la prima parte, per l'articolo intero vi rimando al suo blog.
Dal blog I segreti della val Nervia e dintorni di Eremita Andrea
Sul finire degli anni ottanta ho avuto il piacere di fare la conoscenza del signor Andrea Cane originario del comune di Isolabona ma residente in Francia , recentemente scomparso. Un grande appassionato di storia e archeologia autore di numerose publicazioni nella rivista "Nice Historiche", organo ufficiale dell'accademia Nizzarda. Una persona che a futura memoria la città di Beaulieu Sur Mer dove viveva, gli ha voluto intitolare il museo archeologico.
Il signor Cane venuto a conoscenza che sulla scia del professor Lamboglia e di Enzo Bernardini compivo ricerche archeologiche di superficie sul territorio della Val Nervia, in occasione del nostro incontro, mi suggerì di recarmi a Veonegi , località rubata alla vegetazione con importanti opere di terrazzamento nel comune di Isolabona in Val Nervia, per cercare di ottenere dai contadini maggiori informazioni circa la scoperta avvenuta durante i lavori di sbancamento del terreno di una necropoli di età romana.
In tale occasione il signor Cane mi consegnò il numero di una rivista Ingauna Intemelia del 1937 in cui aveva pubblicato un articolo con la descrizione di una macina in pietra ad uso domestico di età romana , utile per ottenere farina da granaglie che aveva rinvenuto tra i filari di un vigneto a Veonegi che oggi si trova abbandonata nei magazzini dell'Antiquarium di Ventimiglia Continua a leggere