Opuscolo, sost. m.
Per scrivere la definizione di questa parola deve venirmi in soccorso lo studio dell’etimologia. Il termine opuscolo deriva dal latino opuscŭlum, che è il diminutivo di opus, operis; letteralmente quindi opuscolo significa piccola opera.
Immagino che ci abbia pensato il sindaco Merola, che è uomo avvezzo al latinorum, quando ha deciso – sempre insieme ai suoi valenti collaboratori, come il giovane Matteo Lepore, anch’egli esperto di belle lettere – di preparare per questa fine d’anno un’agile pubblicazione per presentare il rendiconto di metà mandato. Poche sono state le cose fatte, piccole sono state le opere, quindi è bastevole appunto un opuscolo.
Non capisco davvero le critiche dei soliti detrattori: se il sindaco Merola avesse fatto scrivere un libro - magari in diversi volumi – un opus magnum insomma, per raccontare cosa non ha fatto in questi due anni e mezzo, allora sì questi polemisti da strapazzo avrebbero fatto bene a sottolineare l’incongruità della spesa di 76mila euro. Invece il sindaco riconosce la sua modestia, anzi la esalta, e si accinge appunto a pubblicare un opuscolo, un’opera di poche pagine.
Semmai potrebbe stupire i malpensanti il fatto che Merola e i meroliani per finanziare questa piccola opera abbiano deciso di attingere la somma dal fondo di riserva. Con tutte le scadenze a cui deve pensare un sindaco, peraltro impegnato in queste settimane in un complicato esercizio acrobatico di salto della corrente (con avvitamento), poteva forse ricordarsi che proprio in queste settimane sarebbe arrivato il fausto aniversario della metà mandato? Forse non ha voluto accantonare la somma nei mesi scorsi per una certa scaramanzia: “e se poi non ci arrivo a metà mandato?” ha pensato il prudentissimo sindaco di Bologna.
lo scambio d’auguri tra i sindaci: Merola ha regalato a Renzi l’opuscolo, mentre il fiorentino gli ha regalato un’agenda
Si narra nei corridoi di Palazzo d’Accursio che Flavio Delbono avesse già stanziato i fondiper il suo rendiconto di fine mandato e mal gliene incolse, come tutti ben sapete. Merola ha preferito non ripetere l’errore del suo predecessore e ha deciso di togliere un po’ di soldi dai fondi solitamente destinati per l’emergenza neve, anche perché il fido Lepore ha consultato certi portolani che dicono che a Bologna non nevica mai.
Alle malelingue ricordiamo infine che in ogni caso l’assessore Ronchi ha già immaginato un uso alternativo degli opuscoli comunali, che i fidi postini consegneranno nelle buchette dei cittadini. Quest’anno l’assessore non chiederà a un artista di disegnare il vecchione che brucierà in piazza Maggiore, ma saranno gli stessi bolognesi a contribuire a questa innovativa e artistica installazione, portando da casa il proprio opuscolo che sarà bruciato nel rogo benaugurante e apotropaico di fine d’anno.